Ivermectin: potrebbe essere questo il nome del farmaco, un antiparassitario, capace di svegliare il mondo intero dall’incubo coronavirus in cui è piombato. Dopo la pubblicazione di uno studio australiano sulla rivista Antiviral Research, ripreso anche da Newsweek, l’attenzione della comunità scientifica (e non solo) è aumentato a dismisura. I risultati di laboratorio sono quanto mai promettenti e gli stessi ricercatori sembrano faticare a trattenere il loro ottimismo. Leon Caly del Royal Melbourne Hospital, che ha partecipato allo studio, ha infatti dichiarato: “Come virologo che faceva parte del team che per primo ha isolato e condiviso Sars-Cov2 al di fuori della Cina nel gennaio 2020 sono entusiasta della prospettiva che la ivermectina venga utilizzata come potenziale farmaco contro Covid-19”. La speranza è che adesso i governi e le agenzie del farmaco si attivino per verificare al più presto l’efficacia e la sicurezza del farmaco sull’uomo. (agg. di Dario D’Angelo)



IVERMECTIN, FARMACO APPROVATO DA FDA

E’ l’Ivermectin l’ultima speranza contro il coronavirus: come vi abbiamo raccontato, secondo i ricercatori australiani il farmaco antiparassitario – utilizzato per trattare malattie come zika o dengue – ucciderebbe il Covid-19 nel giro di 48 ore. A differenza di altri farmaci, ci troviamo di fronte ad un prodotto disponibile in tutto il mondo e riconosciuto dalla Fda, vale a dire dall’agenzia del farmaco statunitense. Ma non solo: l’Ivermectin rientra nell’elenco dei farmaci essenziali dell’Organizzazione mondiale della Sanità, ovvero tra i più sicuri ed efficaci. Un altro fattore decisamente positivo è il costo, il farmaco è infatti disponibile a prezzi bassi. «L’ivermectina è ampiamente utilizzata e considerata un farmaco sicuro, dobbiamo capire ora se il dosaggio a cui puoi usarlo negli esseri umani sarà efficace, questo è il prossimo passo», ha evidenziato la dottoressa Kylie Wagstaff, ricercatrice presso il Monash Biomedicine Discovery Institute (BDI). (Aggiornamento di MB)



“IVERMECTIN DISTRUGGE CORONAVIRUS IN 48 ORE”

Un farmaco anti-parassitario capace di uccidere in laboratorio il Coronavirus nell’arco di 48 ore: è questa l’ultima frontiera nella lotta che vede impegnati a livello globale medici e ricercatori non solo per metter a punto un vaccino ma nel frattempo pure delle terapie valide per curare i pazienti affetti da Covid-19. A rivelarlo è uno studio condotto dall’Università australiana intitolata a John Monash e con sede a Melbourne che avrebbe trovato un modo per uccidere il virus in meno di due giorni: la ricerca, che ha utilizzato l’Ivermectina (un farmaco antielmintico, ovvero usato dalla medicina umana o veterinaria per eliminare dei vermi o elminti), ha mostrato come una singola dose di anti-parassitario sia in grado di fermare la crescita del Sars-CoV-2 nelle cellule. Adesso, come accade sempre in questi casi, il prossimo step consisterà nel riuscire a calibrare al meglio il corretto dosaggio affinché possa essere somministrato agli esseri umani e che la dose utilizzata “in vitro” sia sicura e senza effetti collaterali.



IVERMECTINA, UN ANTIPARASSITARIO CONTRO IL COVID-19?

“Abbiamo notato che anche una singola dose rimuove interamente l’RNA virale (ovvero tutto il materiale genetico del virus, NdR) in 48 ore e che anche nell’arco di un solo giorno c’era una sua significativa riduzione” ha spiegato alla stampa la dottoressa Kylie Wagstaff dell’Istituto di Biomedicina dell’università di Monash, la cui scoperta è stata pubblicata di recente su “Antiviral Resarch”. Tuttavia non è stato ben spiegato il modo in cui l’Ivermectina agisca sul Coronavirus impedendogli che il virus allenti le difese delle cellule che va ad attaccare. “In un momento di pandemia globale e in cui non c’è nessuna terapia ufficialmente sarebbe bello se fosse subito disponibile” ha spiegato ancora dal momento che servirà ancora oltre un anno prima che venga messo a punto un vaccino. In attesa che vengano reperiti dei fondi per avviare i test pre-clinici e quelli clinici, è curioso notare che a proposito della scoperta australiana che questo anti-parassitario viene oggi comunemente utilizzato per combattere le infestazioni dei pidocchi, la scabbia e l’oncocerosi (uccidendo i vermi in fase di sviluppo); viene anche usato in ambito veterinario per curare la dirofilarosi in diverse specie animali. Nell’uomo l’Ivermectina si usa per trattare le strongiloidosi e altre forme di parassitosi, si assume per via orale sotto forma di compresse e può essere prescritta anche con dosi a distanza di diversi mesi dal primo trattamento.