FRANCESCA IZZO (FEMMINISTA): “UTERO N AFFITTO, BASTA MISTIFICAZIONI DIRITTI BIMBI”
Non da oggi il mondo femminista valuta molto negativamente la pratica dell’utero in affitto (o maternità surrogata, per dirla più tecnicamente): ieri abbiamo ascoltato il duro attacco di una storica femminista come Marina Terragni contro la possibilità di introdurre la GPA anche in Italia riconoscendo i figli delle coppie omogenitoriali, oggi è invece Francesca Izzo sulle colonne dell’Avvenire a ravvisare l’enorme problema legato ai diritti tanto dei bambini quanto delle donne. Già deputata del PdS (prima del Pd), nel 2017 lasciò il partito oggi guidato da Elly Schlein proprio perché la dirigenza dem non volle aprire una seria discussione sul tema dell’utero in affitto.
Izzo, fondatrice del movimento femminista “Se non ora quando” racconta al quotidiano dei vescovi come non vi siano digli di Serie B e che la sinistra ancora oggi faccia finta di non vedere il problema della maternità surrogata. «“Gravidanza per altri” è una forma neutralizzante che cerca di rendere questa pratica socialmente accettabile. Ma anche quella che viene chiamata “solidale” o “altruistica” è una surrogata commerciale che si vergogna: c’è sempre passaggio di denaro», attacca la filosofa, docente e convinta femminista. «Da un sondaggio che abbiamo commissionato risulta che una volta che si spiegano bene i termini della questione, la percentuale di chi è favorevole all’utero in affitto è bassissima»: ergo, spiega ancora Izzo, il tema è proprio come viene comunicata la tematica della maternità surrogata specie in questi giorni dove sembra tornata di “moda” la spinta progressista per accettare la GPA con la “scusa” della registrazione anagrafica dei figli già avuti tramite utero in affitto.
IZZO: “PATERNITÀ E MATERNITÀ NON SONO DIRITTI DEI SINGOLI: UTERO IN AFFITTO DOVREBBE ESSERE REATO INTERNAZIONALE”
Parlando dei diritti dei bambini, spiega all’Avvenire Francesca Izzo, si solleva sempre un moto unanime di solidarietà, come dimostra la piazza di Milano dello scorso sabato convocata da Beppe Sala e Elly Schlein (per protestare contro il Governo sul tema dei diritti LGBTQ): «è una mistificazione: non ci sono bambini di serie B, come ho sentito dire», ravvisa la docente universitaria femminista. Il padre biologico che arriva in Italia con il bambino nato da surrogata, spiega Izzo, lo iscrive all’anagrafe e «da quel momento in poi ha tutti i diritti e le tutele di qualsiasi altro bambino. Il genitore intenzionale deve intraprendere la via indicata dalla Cassazione: l’adozione in casi speciali. La stessa procedura che deve seguire un uomo che sposa una donna che da nubile aveva avuto un figlio».
Qui la provocazione ragionata della filosofa femminista: perché dare un trattamento di favore alle coppie omosessuali, come vorrebbe parte della sinistra in piazza, «considerando anche che per avere quel figlio hanno utilizzato una pratica che in Italia è punita come un reato?». Izzo fa parte da tempo della Coalizione internazionale per rendere reato universale la maternità surrogata (Ciams) e porta avanti un principio oggi riaffermato dal disegno di legge a breve presentato in Parlamento dal Centrodestra a firma FdI: «l’utero in affitto è reato universale […] la maternità surrogata una pratica che ha un fondo di disumanità perché spezza l’unicità del processo riproduttivo umano». Quel processo viene separato e diviso e va a ‘disciogliere’ l’unicità della vita umana dalle sue origini: «È come un assemblaggio per fabbricare bambini secondo le peggiori regole del mercato. Si toglie alla donna che affitta l’utero la sua identità e il bambino diventa una merce». Da ultimo, Izzo al quotidiano della CEI racconta un tema da non sottovalutare come quello dei diritti di paternità e maternità: «non sono diritti dei singoli. La generazione è l’incontro tra due diversi. E invece la sinistra ha imboccato la via dei diritti, aprendo terreni minati perché si aprono conflitti tra diritti diversi».