Lo scorso aprile J-Ax si è ammalato di Covid e qualcosa dentro di lui è cambiato. Ne ha parlato in una recente intervista a Chiara Maffioletti per il Corriere della Sera in cui oltre a svelare di aver visto la morte in faccia ha anche spiegato il suo cambiamento profondo. Il rapper non è mai stato né ateo né particolarmente credente. Pur avendo avuto un’educazione cattolica molto rigida si definiva il classico cristiano non praticante. Eppure, ha spiegato, “qualsiasi uomo, anche il più ateo, quando vede la morte da vicino si appella a qualcosa di superiore: può essere Dio o ogni altra entità a cui ti aggrappi”.



Quando lui nei mesi scorsi ha avuto il Covid era terrorizzato. “Avevo mal di ossa, ma era un mal di ossa mai provato prima, mal di stomaco, ma un mal di stomaco mai provato prima, lo stesso con il mal di testa. Era qualcosa di esageratamente più forte rispetto a come siamo abituati: la sensazione è che il tuo sistema immunitario stia fronteggiando qualcosa a cui non era abituato. Lo avverti proprio”, ha spiegato. In quei momenti drammatici si è ritrovato a pregare: “ti scopri a recitare quelle preghiere che ti avevano insegnato da bambino. Per dieci giorni sono stato veramente male, non dormivo la notte e la preghiera era che tutto non arrivasse ai polmoni”. Il suo pensiero in questa situazione era rivolto soprattutto al figlio di 4 anni.



J-Ax e il Covid: minacce di morte da no-vax

J-Ax è riuscito a vincere la sua sfida contro il Covid e dopo averlo superato ha spinto sempre di più con la sua propaganda a favore dei vaccini anche se questo gli ha portato molti hater no-vax e minacce, anche di morte. “Una volta ti mandavano dei proiettili, adesso foto di proiettili. Ma sono sempre profili anonimi, non ci mettono mai il nome”. Prima di vaccinarsi anche lui ha avuto qualche pensiero ma non vedeva l’ora di farlo. “Viene confuso il vaccino con l’antidoto, anche, ma alla fine sono tutte scuse che la gente si trova perché ha paura”, ha proseguito, cercando una giustificazione ad alcuni atteggiamenti.



Tornando al concetto di fede, J-Ax ha svelato di andare qualche volta in chiesa: “Ogni tanto mi piace andarci per quel senso di pace, di spiritualità che si avverte. La vivo più come una tradizione che non una cosa da seguire con regole ferree. Ma il sentimento che c’è dietro va bene, mi piace”. Il rapper si dice molto cambiato rispetto al passato: “il successo mi ha reso buono. Da giovane ero molto arrabbiato, risentito. Da ex ragazzino bullizzato mi ero trasformato in una iena e lo sono stato fino a che non ho trovato una serenità familiare e lavorativa”, spiega.