J-Ax è tornato a parlare della nota querelle con Fedez. I due artisti hanno avuto una liason molto proficua, fino a separarsi improvvisamente. Nessuno ha mai svelato fino ad oggi il perchè della rottura, ma l’ex Articolo 31 ha cercato di fare un po’ di chiarezza nelle ultime ore. In occasione dell’ultima puntata della seconda stagione del podcast di Luca Casadei “One More Time”, ha infatti spiegato: ‘Io odio il conflitto, faccio finta che vada tutto bene e poi tronco di netto. Il mio terapista l’ha definita come una sindrome dell’agente segreto. Con Fedez avevo innanzitutto un’affinità artistica, ci ha unito anche l’amore per il punk rock”.



“E’ uno che vuole spaccare il sistema – ha proseguito parlando del noto rapper e influencer, marito di Chiara Ferragni – ho provato a fare l’imprenditore con lui, però non fa per me. Pensavo di farcela, ma avere dipendenti mi ha tolto la serenità. Avevo paura per loro, nel mondo dello show business può finire tutto in un attimo. Oggi ancor più di ieri. Io voglio serenità, sono un paranoico che soffre d’ansia”. In occasione dell’intervista J-Ax ha parlato anche della sua dura infanzia da bullizzato: “Da piccolo ho sofferto di mutismo selettivo a causa dei bulli, in provincia sembrava di essere in Stranger Things. Ma per me Milano è stata una città inclusiva”.



J-AX DA FEDEZ AGLI ESORDI NELLA MUSICA: “ALL’INIZIO FACEVAMO SCHIFO…”

Quindi gli esordi nel mondo della musica: “Iniziai il percorso musicale con un amico, avevamo creato il progetto Bombe in Stereo. Facevamo schifo. Poi iniziai una carriera come PR in discoteca, incominciando a fare rap sulle canzoni messe dai dj. Il pubblico era ostile, volevano l’house. Poi nel locale Amnesy, sotto la direzione di Joe T Vannelli, conobbi il dj Vladimiro, fratello di Dj Jad. Da lì è partito tutto. Diventai subito un integralista del rap – ha continuato – uno di quelli che oggi mi darebbero del venduto. Agli inizi solo Albertino, contro tutti, ci passò in radio. Diventammo famosi, ma non avevamo una lira. Abbiamo perso un sacco di soldi, oggi direi che non è etico far firmare dei contratti a dei ragazzi così giovani senza un rappresentante”.



J-Ax ha concluso ricordando le dipendenze: “Di sana pianta, un disco ad alto budget in cui credevano tutti. Giornalisti, casa discografica, produttori. Una previsione di vendita di oltre trecentomila copie, alla fine ne abbiamo vendute solo trentamila. La casa discografica mi disse ‘non vogliamo più sentir parlare di te’, mi mandarono a fare i concerti nelle sagre di paese. Iniziai a drogarmi come un pazzo, stetti malissimo”.