J.K. Rowling è stata pesantemente insultata sui social per aver espresso il proprio pensiero sul sesso biologico. La scrittrice più famosa al mondo, autrice del magico mondo di Harry Potter, nonché personalità culturale più importante del Regno Unito degli ultimi 20 anni, ha ricevuto dei commenti ignobili semplicemente per aver espresso la propria opinione. Ad accendere i riflettori sulla vicenda sono stati i colleghi de La Verità, che raccontano di come J.K. Rowling sia stata presa di mire con parole del tipo «Ucciditi», «T*oia, ti ammazzerò», «Muori put*ana».



L’origine di tutto? Pensare che il sesso biologico, come detto sopra, sia reale, ovvero, che se una persona nasce maschio sia maschio, e non dovrebbe aver accesso agli spazi riservati alle donne, una questione fortemente dibattuta negli ultimi anni nel mondo LGBTQ+. “Cinque anni fa sarebbe stato perfettamente normale pensarlo – sottolinea il collega Brendan O’Neill per Spiked – ditelo adesso e sarete minacciati di ritrovarvi una bomba sotto casa, come è successo alla Rowling questa settimana. Nessuno che creda nella libertà, nella ragione e nell’uguaglianza può tollerare quanto sta accadendo”.



J.K. ROWLING, INSULTI BECERI E NESSUNO LA DIFENDE: “IL PRIMO MINISTRO NON DICE NULLA?”

Al di là degli insulti, che ormai, purtroppo, non fanno più notizia, sorprende il fatto che nessuno abbia difeso pubblicamente la stessa scrittrice di Harry Potter, “Com’è possibile che il primo ministro non dica nulla? – si domanda Spiked – come può il Guardian starsene pigramente a osservare?”. Già perchè il Guardian è uno dei principali tabloid d’oltre Manica, uno dei più letti e nel contempo dei più autorevoli, ma evidentemente non ha ritenuto necessario intervenire in difesa della Rowling.



“Il silenzio dell’élite progressista sulla violenza contro J.K. Rowling – aggiunge e conclude O’Neill – è per certi versi peggiore della violenza stessa. Perché loro sanno che quanto accade alla Rowling è sbagliato. E orribile. Credono che tacere salverà loro la pelle. Si sbagliano di grosso”.