Sin da quando è scoppiata la pandemia in Italia, Paolo Liguori, direttore di Tgcom, ha cominciato a formulare precise accuse nei confronti della Cina, in particolare a proposito del laboratorio di Wuhan, quando ancora Pechino e tutto il mondo parlavano di scarsa igiene nel mercato umido della città. Le sue dichiarazioni furono accolte con scetticismo, fino a quando un gran numero di scienziati, in particolare francesi, che avevano partecipato alla costruzione del laboratorio, poi abbandonandolo perché quasi completamente privo di sistemi di sicurezza, non confermarono le stesse cose. “Non ho accusato la Cina di aver diffuso il virus – spiega Liguori in questa intervista – ma di aver mentito e taciuto sulla diffusione e di aver parlato con due mesi di ritardo di qualcosa che già stava evidenziando sintomi enormi”. Il problema “è l’ormai evidente sudditanza economica che l’Occidente ha con la Cina”. Solo gli Stati Uniti, fedeli ai loro valori costituzionali, “potranno ostacolare il dominio cinese. Lo poteva già fare Trump, che disponeva di ottime informazioni, ma aveva bisogno dell’appoggio cinese in funzione anti-russa. Lo farà adesso Biden”.
Lei ha sempre dichiarato in modo chiaro e preciso le responsabilità cinesi nei confronti della diffusione del Covid. Parole che sono state accusate di cospirazionismo. Perché non sono state prese sul serio? Forse per non incrinare i rapporti economici fra Occidente e Cina?
Qualche giorno fa una blogger cinese che aveva denunciato le stesse cose è stata condannata a quattro anni di carcere. Il giorno dopo l’Europa ha stretto un accordo commerciale con la Cina. In tempi normali, almeno a livello formale, si sarebbe alzata una piccola protesta per i diritti civili calpestati: quattro anni di galera per aver manifestato opinioni non smontabili sono davvero tanti.
Ci siamo arresi in nome degli affari economici?
L’Occidente si è arreso non alla superiorità dell’ideologia cinese, ma alla potenza economica cinese. In nome di questo sacrifichiamo il silenzio su qualunque dissidente. In piena ipocrisia di rapporti diplomatici, c’è stata l’esplosione del virus. Io non ho accusato la Cina di diffusione del virus.
Di mancata trasparenza?
Sì, ho accusato la Cina di aver mentito e taciuto sulla diffusione del virus, di aver provocato due mesi di ritardo su una cosa che già stava evidenziando sintomi enormi. Il ritardo si è amplificato perché abbiamo dovuto brancolare nel buio, anzi stiamo ancora brancolando nel buio.
In che senso?
Oggi stiamo inscenando una grande bagarre sui vaccini, ma i due di fabbricazione occidentale, Pfizer e Moderna, usano il sistema Rna, cioè il contrasto cellulare. Ma il vaccino per essere efficace e permanente deve essere selezionato dal virus stesso. Il problema è che questo virus ancora non lo conosciamo, i cinesi non ci hanno permesso di conoscerlo, perché hanno negato o contraffatto la provenienza di laboratorio. È una chimera.
Vale a dire?
Il Covid-19 è una chimera, un virus fatto in laboratorio. Non li ho accusati di averlo diffuso, che non sarebbe neanche una accusa strana, ma di lavorare da anni sulla costruzione di virus chimera nel laboratorio di Wuhan. A un certo punto per qualche ragione il virus Covid è uscito dal laboratorio e fino a quando non hanno più potuto tacere, e fino a quando non è stata messa in crisi la connivenza dei vertici dell’Oms, non siamo stati messi in allarme. Ma a quel punto era troppo tardi.
Può ricostruire la sequenza dei fatti?
I cinesi hanno tardato nell’ammettere che fosse una pandemia, qualcuno ricorderà le imbarazzanti dichiarazioni dell’Oms, che negavano tale eventualità. Poi lo hanno ammesso, ma hanno evitato di ispezionare la fonte del virus, il laboratorio di Wuhan. Adesso i cinesi fingono di aver permesso a una commissione di visitarlo quando ormai i buoi hanno lasciato la stalla. Ci sono decine di scienziati, anche italiani, che lo hanno sostenuto, ma è calato un silenzio plumbeo a livello internazionale. Inoltre in questi mesi di vantaggio i cinesi hanno messo sul campo almeno 4 o 5 vaccini diversi.
Lei l’ha definita “diplomazia dei vaccini”. Che cosa intende esattamente?
I cinesi hanno proposto a diversi paesi, dall’Egitto all’Arabia Saudita: vi daremo il vaccino che diamo ai nostri. Vaccini che avevano appena superato la seconda fase di sperimentazione. La terza e la quarta fase la fanno direttamente sulle persone a cui viene somministrato.
Insomma, è un enorme affare economico senza scrupoli?
È certamente un affare economico, ma anche di alleanze strategiche. Aver preso 5 o 6 mesi di vantaggio sul resto del mondo ha permesso di creare attorno alla Cina un nuovo cordone di interessi che significano legarsi a un regime dittatoriale. La Cina non è una democrazia, ma se lo dici ti guardano come se fossi stupido.
Sono molto abili a costruire fake news?
La Cina è un’enorme e colossale fake news costruita da milioni di persone. Gli Stati Uniti hanno espulso migliaia di persone che si erano infilate dappertutto, soprattutto nel mondo scientifico, dove è più facile fare questa attività.
Cosa intende?
Il mondo scientifico è uno dei più cinici, dei più interessati, dove il fine giustifica i mezzi. Chiedono soldi per la ricerca anche se la ricerca è qualcosa che può distruggere l’umanità. Fateci capire invece per quale obiettivo vengono condotte le ricerche. Personalmente da anni ho perso ogni speranza: la scienza non è neutrale, segue i poteri, perché dai poteri vuole i fondi per la propria sopravvivenza.
Ha detto anche che l’amministrazione Biden dovrà affrontare una guerra con la Cina. Cosa significa?
Biden dovrà affrontare i cinesi come avrebbe dovuto fare Trump che aveva ottime informazioni dirette, ma ha evitato di farlo perché aveva bisogno della Cina in funzione anti-russa. Biden sa che l’interesse americano è colpito dai cinesi, quindi non può essere accondiscendente, a differenza dell’Europa. Gli americani non accetteranno mai di essere colonizzati dai cinesi. Non accetteranno mai di tradire i loro valori costituzionali.
Noi invece?
Noi mandiamo al diavolo questi valori in cinque minuti. Abbiamo nella Costituzione il diritto di culto, ed è scomparso. Abbiamo il diritto al lavoro e in questo momento è un diritto relativo. Abbiamo il diritto allo studio, ma stiamo prendendoci in giro con la didattica a distanza, stiamo mandando un’intera generazione allo sfascio.
(Paolo Vites)