Jack Dorsey si è dimesso da Twitter: lo storico inventore, ideatore e amministratore delegato del social network dei “cinguettii”, a soli 45 anni ha deciso di fare un passo indietro affidando il ruolo di Ceo a Parag Agrawal (attuale Chief Technology Officer).

Con una lettera postata, neanche a dirlo, su Twitter, Dorsey rende pubblica la mail inviata a tutti i dipendenti e investitori del social made in Usa: immediata la reazione delle borse (che già si erano mosse stamane con il rumors fatto circolare dalla CNBC) con un salto del titolo dell’11 per cento nel premercato. In apertura, ha poi subito guadagnato il 6,25% a 50,01 dollari. Laconico e ironico, a riconferma del personaggio davvero molto particolare, il tweet dell’addio: «Non sono sicuro che qualcuno abbia sentito ma, mi sono dimesso da Twitter».



PERCHÈ JACK DORSEY SI È DIMESSO DA TWITTER

«Ho deciso di lasciare perché ritengo che la società sia pronta ad andare avanti. La mia fiducia in Parag è profonda, è il suo momento per guidare la società», spiega Jack Dorsey lasciando il suo ruolo da amministratore delegato. Motivi economici? Di opportunità? Controversie interne nella gestione di Twitter? Crisi post pandemia? Si è scritto di tutto negli ultimi giorni sul possibile passo indietro di Dorsey e lui oggi scrive dopo le dimissioni, «Una società guidata dal suo fondatore è un fattore fortemente limitante e un motivo di fallimento». Dorsey, come scrive la nota aziendale dopo le dimissioni, rimarrà alla guida del gruppo fino a maggio 2022 come amministratore delegato, anche se il passaggio di consegne e responsabilità con Parag Agrawal avverrà «fin da subito». «Era la mia scelta da molto tempo vista la profondità di comprensione della società e dei suoi bisogni. Parag è stato dietro a ogni decisione critica che ha permesso alla società di svoltare. È curioso, analitico, creativo, esigente e umile. Guida con il cuore e l’anima, ed è qualcuno da cui imparo qualcosa ogni giorno», scrive ancora Dorsey, «Voglio che sappiate che questa è stata una mia decisione. È stata una decisione difficile, ovviamente, amo questo servizio e questa società, e tutti voi. Sono molto triste, ma anche molto felice. Non ci sono molte società che raggiungono questo livello. E non ci sono molti fondatori che scelgono la propria società prima del proprio orgoglio. So che dimostreremo che questa era la mossa giusta». Potrebbe anche dedicarsi all’ascetismo, dato che Jack Dorsey è non da oggi uno dei seguaci dello “stoicismo 4.0”, una sorta di filosofia della privazione e rinuncia per raggiungere l’integrità morale. Lo si capisce forse dal suo commiato finale: «Twitterò questa mail. Il mio desiderio è che Twitter sia la società più trasparente del mondo. Ciao mamma!». A Bret Taylor il titolo di presidente del consiglio d’amministrazione.



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