Da piccolo, Jack Savoretti non sognava certo di diventare un artista. Quando era bambino, pensava anzi di voler fare il calciatore, un po’ come il suo mito Totò Schillaci. “Mio nonno Giovanni era partigiano, era una persona meravigliosa, molto particolare, intelligente”, ha raccontato a Silvia Toffanin l’anno scorso, “aveva un curriculum assurdo, era il capo dei partigiani a 21 anni. Ha convinto un generale tedesco a liberare la Liguria ancora prima che arrivassero gli alleati, sono molto orgoglioso di chiamarmi Savoretti”. I genitori, invece, lo hanno lasciato libero persino di fallire. Sia a scuola che nella vita: “Quando a 17 anni ho detto a mio padre che volevo fare il cantautore”, ha aggiunto, “lui mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: ‘Good luck!’ [buona fortuna, ndr]. Il mio consiglio ai miei figli è quello di fallire il prima possibile perché così si trova presto la propria strada”. Da quando è diventato padre, per Savoretti sono cambiate tante cose. Per esempio, ha riscoperto la propria sensibilità. Soprattutto quando la figlia più piccola, parlando con un’amichetta, gli ha dato modo di riflettere sul suo mestiere. “Lei le chiedeva cosa facevo di lavoro io. Lei ha risposto: ‘Non so di preciso, so che va a cantare le sue canzoni in giro per il mondo a degli sconosciuti'”, ha raccontato, “ci ho pensato e ho capito che aveva ragione”. Oggi, sabato 25 aprile 2020, Verissimo – Le Storie trasmetterà in replica l’intervista a Jack Savoretti. Clicca qui per guardare il video di Jack Savoretti.



Attività social e attivismo di Jack Savoretti

C’è un sogno segreto nel cassetto di Jack Savoretti. In questi giorni di quarantena, il cantautore ha condiviso con i fan sui social diversi brani interpretati con voce e pianoforte. Fra cui anche Fall At Your Feet dei Crowded House. “Avrei voluto scriverla io”, ha scritto a corredo del video. E non è tutto, perchè come ormai sappiamo, Savoretti ha scelto di comporre il testo della canzone Andrà tutto bene con il contributo dei suoi ammiratori. “La risposta dell’Italia a questo evento”, ha detto, “ha aperto la strada al mondo mostrando unità e bellezza in tutte le circostanze”. Ovviamente la registrazione è avvenuta fra le mura di casa, grazie ad una traccia prodotta da Cam Backwood e con un mix di Daniel Moyler, gli archi con un arrangiamento di Davide Rossi. Tutto per la sua Genova, la città che ha nel cuore e che ha scelto di sostenere col ricavato ottenuto con la canzone, che andrà a sostegno dell’Ospedale Policlinico San Martino. “Non mi aspettavo quello che mi è arrivato”, ha detto di recente a Primo Canale, “la gente subito si è aperta e mi ha raccontato cosa sentiva in questo periodo. E ne è uscita una canzone piena di speranza, ma molto genuina, perché tra tutti i fan con cui ho parlato su Instagram Live, nessuno ha cercato di improvvisarsi cantautore […] tutti mi hanno solo raccontato quello che sentivano”.



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