Sono giunte importanti novità in merito alla tragica morte del figlio dell’ex calciatore di Fiorentina e Genoa, Jacopo Bacis, bambino di 8 anni che tre giorni fa ha perso la vita, dopo essere caduto dalla finestra della sua cameretta, al terzo piano di un palazzo di Arezzo. Stando a quanto riportato nelle scorse ore dall’edizione online del Corriere della Sera, il piccolo Bacis, secondogenito dell’ex giocatore, stava giocando con un videogioco sull’iPad al momento della tragedia. La notizia è stata confermata da alcune indiscrezioni circa le indagini condotte dalla squadra mobile e dalla procura locale, anche se non è ben chiaro a quale videogioco stesse giocando la vittima. Si sa che il game in questione fosse del genere sandbox, ovvero, quel tipo di videogiochi in cui il giocatore ha la possibilità di inventare a piacimento gli obiettivi, e nel contempo di personalizzare l’avventura. Di solito questo tipo di videogiochi sono in prima persona, molto immersivi, e con una grafica dettagliatissima.
JACOPO BACIS FORSE TROPPO “IMMERSO” NEL VIDEOGAME SU IPAD
Per giocare bisogna utilizzare una connessione ad internet, e i comandi vengono di solito impartiti dal videogiocatore muovendo il tablet e anche spostandosi nella stanza in cui ci si trova: che questo fatto e la caduta fatale siano collegati? E’ quello a cui probabilmente sta lavorando la procura, e l’ipotesi è quella che Jacopo fosse talmente immerso nel videogame da non accorgersi di essere troppo vicino alla finestra, forse anche per via del buio (erano le 22 di sera), cadendo poi di sotto dopo un terribile volo di una decina di metri. La possibile conferma potrebbe arrivare dall’Ipad, che è caduto sul pavimento della cameretta e che è stato trovato con il videogame di cui sopra ancora in esecuzione. Sono attese novità nei prossimi giorni, intanto nella giornata di ieri si sono svolti i funerali in forma privata della piccola vittima, un alunno di terza elementare considerato da molti una promessa di karate. Michele Bacis, il padre del bimbo deceduto, ha girato mezza Italia concludendo la sua carriera ad Arezzo, dove è diventato anche allenatore della squadra locale.