Jacqueline Schweitzer ospite di Vieni da me per parlare del marito Totò Savio, che ha firmato alcuni dei più grandi successi discografici della musica leggera italiana. Da Cuore matto a Un gatto nel blu, passando per M’innamorai, Miele, Perché ti amo, Maledetta primavera. La moglie, conosciuta anche come Jacky Salvi e Jacqueline Pleiade, è rimasta sempre al suo fianco, soprattutto durante la malattia. Nel 1989 venne diagnosticato a Savio un tumore alla gola: a seguito dell’operazione perse la voce. «Fu operato male», ha raccontato da Caterina Balivo. Gli ultimi anni trascorsero tra malattie e ospedali per una cirrosi epatica causata da una trasfusione di sangue infetto che degenerò in tumore al fegato. «Gli venne l’epatite C. Da lì è cominciato un calvario di 15 anni, ma lui è stato un uomo straordinario». Ma l’incubo maggiore era un altro: «Aveva paura di lasciarmi sola». A Vieni da me ha lanciato anche una sorta di appello per Loretta Goggi. «Un’amica carissima. Totò ha scritto tutte le sue canzoni, era il suo produttore. Da quando non c’è più Totò non l’ho più vista. Vorrei che mi telefonasse, mi dispiace non sentirla più».
JACQUELINE SCHWEITZER, MOGLIE TOTÒ SAVIO A VIENI DA ME
«Mi ha conquistato con la sua dolcezza. Non ci siamo più lasciati da quel ballo che abbiamo fatto insieme». Lei che era timida, aveva paura che Totò Savio se ne andasse via senza dirle nulla. Invece lui prima di partire per la sua tournée la prese in disparte e le chiese: «Vuoi seguirmi?». Jacqueline Schweitzer non ci pensò due volte. Ora ricorda col sorriso il momento in cui chiamò il padre a Parigi per avvisarlo: «Rimase in silenzio». Ma quello era l’uomo giusto: «Siamo rimasti insieme 45 anni, fino alla sua morte». A Vieni da me ha raccontato anche gli inizi di Totò Savio, rivelando un aneddoto: «Lui era autodidatta, a 6 anni imparò da solo a suonare la chitarra. La madre gliela ruppe in testa, ma lui caparbio ha continuato e ha suonato di nascosto ai matrimoni. Si è pagato anche un bravo professore di musica». Così fu chiamato da Marino Marini, che stava avendo successo all’estero. Ma ha esaudito anche il desiderio di diventare direttore artistico, visto che lo è stato per tanti anni per la Rai.