Jacques Attali, economista francese, ha commentato le recenti dichiarazioni di Mario Draghi, il quale si è detto “preoccupato” per il futuro dell’Ue e ha espresso la necessità che questa “diventi Stato”. “Non è una visione pessimista. È una constatazione che non solo condivido ma che ho anche anticipato. Da decenni sostengo che l’Europa debba diventare un’identità politica, in particolare un’identità di Difesa, altrimenti scomparirà”, ha affermato in una intervista a La Stampa.
La situazione è comunque in divenire. “Si è avanzato a piccoli passi. Negli ultimi dieci anni sono stati fatti dei progressi molto importanti. L’Unione Europea ha gestito la crisi del coronavirus, che non era prevista nel suo mandato, ha sviluppato una mutualizzazione del debito e ha cominciato a creare un fondo di investimento nell’industria militare, come avevo suggerito di fare tempo fa seguendo il modello della Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency, ndr) statunitense. Siamo però ancora lontani”, ha sottolineato.
Jacques Attali (economista): “Europa deve diventare entità politica o scomparirà”. Il piano
L’esperta in tal senso ha le idee ben chiare sul quadro che delinea la vicenda. “L’Europa perde terreno: il suo Pil sta crollando se paragonato a quello americano. È una situazione catastrofica. Inoltre, rischiamo di essere abbandonati dagli Stati Uniti”, ha continuato Jacques Attali. È per questo motivo che servono dei pronti interventi. “Si deve prima di tutto avere un progetto reale di Europa sovrana militarmente, tecnologicamente, culturalmente, scientificamente e in termini alimentari. Al momento questo non è stato messo sul tavolo da nessuno. Magari un piano simile verrà presentato alle prossime europee”.
Il progetto tuttavia dovrà essere concreto e ampio. “Sto parlando di un’Europa sovrana al servizio di quella che chiamo ‘Economia della vita’. È un’espressione che riguarda i settori come la difesa, la sanità, le energie rinnovabili, l’alimentazione sana, la cultura, la democrazia e la tecnologia. Se alle elezioni si avrà una maggioranza su un programma come questo sarà possibile creare una commissione specifica, viceversa si potrebbe anche declinare per settori di maggioranza variabile su alcuni temi specifici sui quali si può cercare di ottenere un consenso”, ha concluso,