Stanno facendo un gran discutere, ed hanno fatto il giro del mondo, le recenti dichiarazioni del presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, eletto quest’anno. Il capo dello stato verdeoro ha parlato della corruzione all’interno del governo, ed ha suggerito di torturare gli eventuali i ministri corrotti. “Il Brasile sta cambiando – le parole di Bolsonaro riportate dall’agenzia Adnkronos e da Il Fatto Quotidiano – ma è possibile che ci sia corruzione. Dove vi è governo vi può essere corruzione. In questo caso appenderemo il ministro al ‘pau de arara’, sempre se avrà qualche responsabilità, ovviamente”. Non è ben chiaro se Bolsonaro fosse ironico o meno nella sua dichiarazioni, fatto sta che le sue parole hanno creato un vespaio, sollevando accese polemiche all’interno dello stesso governo brasiliano. Combattere la corruzione con la tortura non è proprio un buon esempio, soprattutto se Bolsonaro cita il “pau de arara”.
JAIR BOLSONARO E IL PAU DE ARARA: ECCO IN COSA CONSISTE
Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, si tratta di un metodo di tortura utilizzato durante la dittatura militare, che consiste in una barra di ferro che viene appesa al muro, a cui viene poi a sua volta appeso colui da torturare, a testa in giù e legato per le mani e per le gambe. Il prigioniero viene lasciato per ore in quella posizione, fino a che il sangue smette di circolare. Dopo di che il corpo del poveretto si gonfia e si smette di respirare. Esistono varianti ancora più crudeli del pau de arara, visto che la mente umana non conosce confini in quanto a torture. Si possono ad esempio utilizzare scariche elettriche sul condannato, ma anche degli abusi sessuali, o il waterboarding, una tecnica di tortura che utilizza l’acqua. Bolsonaro non ha assolutamente fatto nomi nelle sue dichiarazioni infelici, ma le sue parole sono giunte subito dopo che è stata aperta un’indagine per corruzione nei confronti del ministro del turismo, Alvaro Antonio.