La situazione a livello internazionale è molto delicata, l’India ha le idee chiare sul da farsi. Subrahmanyam Jaishankar, ministro degli Esteri indiano, è a Roma, a testimonianza degli ottimi rapporti fra i due premier Narendra Modi e Giorgia Meloni, Riflettori accesi sulle guerre in corso, a partire da quella tra Ucraina e Russia: “Non credo si possa esprimere un giudizio certo. Sappiamo però che l’unica soluzione realistica per i problemi antichi di quella regione è avere i due Stati. E a una soluzione del genere si può arrivare meglio con negoziati fra le parti coinvolte. Non credo che ci sia oggi una soluzione migliore o più probabile”, le sue parole al Corriere della Sera. Jaishankar si è poi soffermato sul presunto doppiopesismo dell’Occidente nei conflitti: “Credo che questo argomento si concentri molto sull’atteggiamento dell’Europa. Molto viene dal fatto che in passato, quando c’erano problemi in altre parti del mondo, i Paesi europei in sostanza pensavano che non toccasse a loro preoccuparsene. Finché l’Europa era al sicuro e nulla minacciava lo stile di vita europeo, potevano occuparsene altri. Poi quando succede qualcosa in Europa, i Paesi europei vogliono espressioni internazionali di solidarietà. Ma molti nel mondo hanno pensato che si doveva tenere conto anche dei loro interessi. Detto questo, mi pare che abbiamo superato questa fase”.



Parla il ministro indiano Jaishankar

Altro argomento che ha acceso il dibattito a livello internazionale riguarda le sanzioni nei confronti della Russia, con l”Occidente allineato e i Paesi emergenti – India compresa – no. Jaishankar ha evidenziato che queste sanzioni in sostanza sono leve di cui le economie avanzate dispongono sulla base di meccanismi, poteri e strumenti costruiti nel corso di molti anni e queste leve sono utilizzate a convenienza: “E non è che vadano alle Nazioni Unite a cercarne la legittimità: lo fanno quando pensano che i loro interessi sono in gioco. A dire il vero molte parti del mondo non accettano il concetto delle sanzioni nello stesso modo. Si fa come se il mondo intero fosse d’accordo sulle sanzioni. Non è proprio così”.

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