Jamal Khashoggi, scopri chi è il protagonista del documentario The Dissident
Jamal Khashoggi è stato un giornalista e scrittore saudita morto il 2 ottobre del 2018. La sua morte è al centro del documentario The Dissident diretto da Bryan Fogel, che racconta la storia brutale di un omicidio di Stato. Il film, infatti, ricostruisce tutta la storia del giornalista saudita e della possibile relazione tra Khashoggi e il principe, mandante del suo omicidio. Tra i due inizialmente c’è un grande feeling, ma le cose cambiano quando Jamal, lasciata la madrepatria, comincia nei suoi articoli ad esprimere tutto il suo personale dissenso verso i regnanti. Non solo, Jamal utilizza i social network, in particolare Twitter, per contrastare il lavoro dei regnanti andando così contro la propaganda di regime. Non solo, nella pellicola il regista ha ricostruito le ultime ore di vita del giornalista saudita che è stata assassinato all’interno del consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul con trascrizioni inedite ed esclusive, ma anche agghiaccianti spezzoni sonori a conferma dell’aggressione subita da Jamal.
Jamal Khashoggi, il mistero dietro l’omicidio
Jamal Khashoggi il 2 ottobre del 2018 entra nel consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul per ottenere documenti relativi al suo matrimonio, ma non è mai uscito. Poco dopo alla stampa viene comunicato che il giornalista è scomparso nel nulla, mentre fonti anonime della polizia turca parlano di omicidio. Differente, invece, la versione del governo saudita che in quell’occasione precisa che Khashoggi è uscito dal consolato attraverso un ingresso posteriore anche se in realtà non c’è alcun filmato delle telecamere che conferma ciò. Pochi giorni dopo: il 19 ottobre 2018 la tv di Stato conferma la morte del giornalista saudita avvenuta dopo un diverbio scoppiato all’interno del consolato. Proprio il regista del film sulla morte del giornalista saudita ha detto: “il caso di Jamal Khashoggi è significativo dell’impunità resa possibile su scala globale dai governi democratici che non prendono provvedimenti nei confronti di regimi autoritari solamente per salvaguardare un tornaconto economico. È la storia della comunità internazionale che permette a uno stato di fare letteralmente a pezzi un giornalista scomodo purché continui a comprare armi, venderci il petrolio o a finanziare con miliardi di dollari le nostre economie”.