Che le stimmate del campione Jannik Sinner le avesse era chiaro a tutti da un po’ di tempo v questa parte. Ma ultimamente il godurioso sospetto è che il 18enne altoatesino che sta infiammando Milano a suon di vittorie alle Next Gen Atp Finals sia in realtà un progetto di fenomeno. Nelle ultime ore è arrivata anche la benedizione di uno dei miti del giornalismo sportivo italiano, e nello specifico del tennis. Gianni Clerici, dalle pagine de “La Repubblica”, ha detto di lui:”Non si è mai visto, insomma, un tennista italiano più dotato, e lo posso affermare proprio io che ho incontrato su un campo del vecchio Parioli Nicola Pietrangeli sedicenne”. Parole pesanti, ma che non sembrano per una volta essere sproporzionate. I fondamentali tecnici sono importanti, la rapidità di apprendimento è forse la sua miglior qualità in questa fase della carriera, ma è nella testa che si cela forse il segreto di un potenziale campionissimo.
JANNIK SINNER E LA RIVALITA’ CHE VERRA’ CON BERRETTINI
La maturità disarmante di un 18enne esperto è venuta a galla con una chiarezza lampante nel corso dell’ultima vittoria contro il serbo Kecmanovic. Durante un cambio campo, reduce dalla sconfitta nel primo parziale, Sinner ha fatto mostra di una lucidità da veterano che ha fatto sorridere quanti dei talenti solo genio e tanta sregolatezza ne hanno avuto abbastanza:”Non sento la palla, non riesco a fare il mio gioco. So cosa devo fare ma non posso farlo. Oggi devo stare lì con la testa, devo vincere con quello che ho”. Dopo decenni di navigazione a vista, di speranze deluse, di promesse disattese, è l’inatteso arrivo di un campione in erba a far sorridere il movimento tennistico italiano, colto alla sprovvista dalla bellezza di un quesito che ci accompagnerà, forse, per i prossimi 10 anni: Sinner o Berrettini? Berrettini o Sinner? Che bello dividersi.