Parte col piede giusto l’avventura di Jannik Sinner agli ATP di Melbourne 1 (Great Ocean Road Open): il 19enne tennista altoatesino, la più fulgida speranza italiana per il futuro, ha vinto abbastanza agevolmente nella gara d’esordio battendo in poco più di un’ora l’australiano Aleksandar Vukic, che si presentava ai nastri di partenza del prestigioso torneo da numero 195 del ranking ATP, per un 6-2, 6-4 che non ha ammesso molte repliche. Troppo vistoso, nonostante alcuni buoni colpi mostrati da uno degli idoli di casa, il divario tecnico rispetto a Sinner che ora si prepara ad affrontare lo sloveno Aljaz Bedene nella notte tra mercoledì e giovedì per una sfida che si preannuncia certamente più combattuta dato che quest’ultimo occupa invece la 58esima posizione nel ranking internazionale.



“Non so molto di lui: so solo che ci ho giocato due volte e ci ho perso due volte, questo lo so” si è limitato a dire un po’ scherzosamente, ma cercando allo stesso tempo di non sottovalutare il prossimo match, lo stesso Jannik Sinner parlando di Bedene. Dal torneo australiano comunque arrivano ottime notizie pure da altri due azzurri: assieme al 19enne enfant prodige del tennis tricolore, avanzano al turno successivo pure il 28enne Salvatore Caruso (n.76 ATP) e il 29enne marchigiano Stefano Travaglia (n.71 nel ranking) che hanno avuto ragione, entrambi in tre set, dei rispettivi avversari che il tabellone aveva riservato loro al secondo turno.



JANNIK SINNER, ESORDIO OK A MELBOURNE: “BEDENE? MI HA BATTUTO GIA’ 2 VOLTE”

Col successo su Vukic, prosegue tra l’altro senza intoppi la striscia di vittorie consecutive di Sinner, cominciata in quel del torneo ATP 250 di Sofia a fine dello scorso anno e che è ripresa in terra australiana. E dal sito UbiTennis arrivano ulteriori dichiarazioni da parte del tennista che ha parlato della sua ultima prestazione: “Ho fatto un po’ fatica in risposta all’inizio, ma niente di più: il mio avversario oggi spingeva tanto di diritto, di rovescio era solido e serviva abbastanza bene” ha ammesso Sinner, concedendo che la sfida alla fine si è rivelata meno facile di quanto potesse apparire alla vigilia.



Infine, ha accennato a quello che era il suo obbiettivo principale prima degli Australian Open: “Volevo venire qui e allenarmi due settimane con Nadal, imparare a conoscere lui e il suo team, e sono molto contento di come ho lavorato con lui” ha raccontato Sinner, accennando pure alla difficile situazione contingente tra il dover restare 14 giorni in camera. “Ma in questo momento il tennis non è la cosa più importante: ciò che importa è la salute, stare bene” ha concluso il 19enne ricordando pure che ad Adelaide, a differenza di Melbourne, nonostante ogni piano dell’albergo che ospitava i tennisti fosse riservato a un gruppo, lui e il suo team si trovavano nello stesso gruppo proprio di Nadal.