JANNIK SINNER: A MIAMI IL TITOLO NUMERO 13

Chi fermerà Jannik Sinner? Al Miami Open è arrivato un altro titolo per l’altoatesino: a 22 anni – 23 da compiere ad agosto – Sinner ha vinto 13 trofei Atp ma il numero impressionante (e potrebbe esserlo già così) non è tanto questo, quanto quello che ci dice che dallo scorso agosto, quando ha messo in bacheca il primo Masters 1000 trionfando a Toronto, il tennista azzurro ha ottenuto sei titoli nello spazio di sette mesi e mezzo. Intendiamoci: sono cifre da campionissimo, perché in pochi sono capaci di mantenere questo livello tanto a lungo e con costanza torneo dietro torneo. Sinner lo sta facendo: se il suo 2023 appariva già scintillante con quattro titoli conquistati, il 2024 è iniziato ancora meglio.



Un breve riassunto? Eccolo: primo Slam in carriera agli Australian Open, back to back con il 500 di Rotterdam (in pochissimi hanno vinto un trofeo dopo un Major), secondo Masters 1000 al Miami Open. Dall’inizio della stagione, Sinner ha mancato l’appuntamento solo con Indian Wells, perdendo la semifinale contro Carlos Alcaraz. Ecco, giusto: ci sarebbe anche il numero 2 del ranking Atp ufficiale da oggi – ma ottenuto ieri – e un dominio pazzesco sui campi dell’Hard Rock Stadium, dove il solo Tallon Griekspoor lo ha fatto penare in un match nel quale l’altoatesino deve certamente ringraziare anche la pioggia.



I NUMERI DA LEGGENDA

Chi fermerà dunque Jannik Sinner? La domanda è lecita, e non solo perché parliamo di un italiano che finalmente ha rimesso il tennis di casa nostra ai primissimi posti: siamo davvero davanti a un giocatore che, a guardarlo in campo e registrare crescita e risultati recenti, potrebbe perdere solo se dovesse deciderlo in prima persona, o con qualche fattore esterno o magari per la presenza di un avversario della sua stessa pasta. Ce lo dice la storia: al netto dell’impietoso avanzare dell’età, i più grandi nel tennis hanno visto calare i loro numeri quando un degno rivale è comparso sulla scena.



Pete Sampras avrebbe potuto vincere di più se non ci fosse stato Andre Agassi, lo stesso Las Vegas Kid è stato con il connazionale una nemesi per Boris Becker, ma il più grande esempio recente riguarda come sempre i Big Three, perché Roger Federer avrebbe probabilmente dominato con cifre e tornei ben più numerosi se non ci fossero stati Rafa Nadal e Novak Djokovic, ma lo stesso discorso si può fare degli altri in relazione ai rivali. Sinner, lo possiamo dire con certezza, oggi dà questa sensazione, l’esatta sensazione: alzi la mano chi non ha pensato, nel corso del Miami Open, “non può perdere”.

QUALE FUTURO PER SINNER?

Ecco, questo è il concetto: riguardo il discorso di cui sopra, è chiaro che Carlos Alcaraz ha già dato prova di poter essere lo straordinario rivale dell’azzurro per gli anni a venire, mentre altri (Holger Rune in primis) al momento sono comunque fatti di pasta diversa, anche Daniil Medvedev che Sinner ha spesso indicato come l’avversario che maggiormente gli ha permesso di crescere. Che Jannik lo abbia battuto per cinque volte consecutive dopo averci perso nelle prime sei occasioni è indicativo.

Lo stesso chiaramente va riferito a Djokovic, certamente in calo (il campo ce lo ha poi detto) ma che il nostro Sinner ha demolito tre volte in un arco temporale ristretto, e due volte in circostanze decisamente importanti. Oggi Sinner è il numero 2 Atp, la vetta del ranking non è lontana; giunti a questo punto tuttavia non possiamo davvero accontentarci solo di questo, stiamo ammirando un campione che potrebbe riscrivere parecchi numeri che nel tennis apparivano inattaccabili. Sì, anche i 24 Slam di Djokovic: la strada è già segnata…