“La cura del bastone”, in spagnolo, significa più o meno “usare maniere brusche per curare le sciocchezze”. In realtà significa anche medicinali, soprattutto lo sciroppo per la tosse. Si dice “Jarabe de palo” ed era il nome del gruppo di cui era cantante e leader Pau Dons, morto qualche giorno fa a 53 anni di età per un tumore che si era presentato per la prima volta nel 2015 e da cui sembrava guarito. Invece si era ripresentato due volte, l’ultima paradossalmente nel periodo di lockdown per il Covid. Questa terza volta non gli ha lasciato via di scampo, se l’è portato via.



Lui però non aveva mai smesso di sorridere alla vita: ad aprile aveva pubblicato sui social un video dove cantava da solo con la sua chitarra sul balcone di casa sua. E ha anche registrato un’ultima canzone, con tanto di videoclip ufficiale, che è uscita proprio all’indomani della sua morte. Non ha voluto lasciare alla triste signora la possibilità di vincere, l’ha fregata in corner, dicendole in faccia che la vita è bella anche se si è ammalati, si soffre e intorno a noi la gente sta morendo a migliaia, come è successo in Spagna durante l’epidemia. “I medici mi hanno detto che sto per morire, devo sbrigarmi a chiudere l’album”: questa l’ultima volontà di Pau Donés.



L’uscita del nuovo album della band (“Tragas o escupes”) era prevista per il prossimo settembre ma, nel momento in cui i medici hanno spiegato al frontman che la malattia stava avanzando, lui ha fatto di tutto per chiudere la lavorazione nel più breve tempo possibile. I medici gli avevano dato una settimana di vita e voleva ascoltare il disco prima di morire. Il disco è uscito lo scorso 26 maggio, Pau è morto il 9 giugno. Ma ci ha lasciato un ricordo, il suo ricordo. Il video della canzone Eso que tú me das. “Ho il cancro. La vita che se ne va è come quando un amore finisce” aveva detto quando gli era stato diagnosticato il cancro la prima volta. Perché lui amava la musica, sin da quando a 12 anni aveva comprato il suo primo disco, un album dei Beatles. E la sua anima spagnola, popolo che sa  esprimere come pochi l’amore, la voglia di vivere, l’entusiasmo e la bellezza, lo aveva portato a mischiare con una formula irresistibile rock e tradizione del suo paese.



Ma avevano dovuto faticare. Mandavano cassettine con incise le loro canzoni a tutte le case discografiche sperando che qualcuno le apprezzasse e li facesse incidere un disco. Ma tornava indietro la solita lettera: “Ci dispiace, abbiamo ascoltato le vostre canzoni, sono belle, ma non è il repertorio che cerchiamo”. Così un giorno si sono stufati, e hanno deciso di tirare un bello scherzo a quei burocrati che non sanno più innamorarsi della musica, delle cassette dove non era registrato niente. Tornava indietro la stessa lettera: “Ci dispiace, le vostre canzoni…”, segno che nessuno in quei palazzi di vellutato lusso ascolta i giovani emergenti. Nonostante questo arriva La flaca, canzone che intitola il loro primo album, che viene ispirata da un viaggio a Cuba. Ed è subito successo. Non è quella musica latina che ogni estate viene prodotta in massa, tutta uguale e tutta stupida: è musica vera, pulsante, suonata alla Carlos Santana. Dipende è successo mondiale. Poi tanta strada ancora. Fino a Eso que tú me das. E’ possibile cantare alla morte? Pau dimostra di sì, in questo video. La musica è purissima tradizione spagnola, con strumenti acustici; sembra quella di una festa di paese, ma Pau sta cantando alla morte. Il suo volto è pelle e ossa, è talmente magro che deve stare su un seggiolino mentre intorno a lui una dozzina di musicisti con abiti tradizionali sorridono e sembra che dicano: “che strada da percorrere, ballare alla vita, cantare alla morte, sempre nei nostri cuori”.

Sullo sfondo tante immagini della Madonna, antiche, sembra siano state tirate fuori da un baule dove erano state rinchiuse decenni fa e tirate fuori per l’occasione, perché sì, ora stiamo andando incontro a Lei, ballando.

“Siamo abituati a essere ascoltati, non ad ascoltare. Ci piace molto chiedere e ricevere, molto più che dare, ed è raro che diamo senza aspettarci nulla in cambio. Quello che mi è successo di recente è esattamente l’opposto, ho ricevuto molto senza chiedere o aspettarmi nulla. Cose buone, cose molto buone: affetto, affetto, rispetto, amore, dalle persone che conoscevo e dalle persone che non conoscevo. Molti erano amici sconosciuti che con le loro parole di incoraggiamento mi hanno fatto superare momenti difficili. Persone che suppongo siano di tutti i tipi (amici sconosciuti) che volevano aiutarmi e che proprio perché non ci conoscevano, non si aspettavano nulla da me” scrive Pau sotto al video.

Poco tempo fa in una delle sue ultime interviste aveva detto: “Dico una cosa che è molto importante per me: vivere con urgenza, vivere il presente, perché la vita è un regalo, il futuro non esiste e non sappiamo cosa accadrà domani. Dobbiamo vivere il presente con intensità, il nostro presente non può essere il tempo che sprechiamo pensando al futuro”.

E nel video canta di un amico sconosciuto eppure sempre presente, con riconoscimento per quella sua presenza discreta.

Cosa mi dai

È molto più di quello che chiedo

Tutto quello che mi dai

È quello di cui ho bisogno ora

Cosa mi dai

Non penso di meritarlo

Tutto quello che mi dai

Ti sarò sempre grato

Quindi grazie per esserci

Per la tua amicizia e la tua compagnia

Sei la cosa migliore che la vita mi ha dato

Per tutto ciò che ho ricevuto

Essere qui vale la pena

Grazie a te ho continuato

Pagaiando contro la marea

Con tutto ciò che ho ricevuto

Ora so che non sono solo

Adesso ho te

Amico mio, tesoro mio

Quindi grazie per esserci

Per la tua amicizia e la tua compagnia

Sei la cosa migliore che la vita mi ha dato

Ti darò tutto

La tua qualità, per la tua gioia

Mi hai aiutato a tornare

Per migliorarmi giorno dopo giorno

Ti darò tutto

Eri la mia migliore medicina

Ti darò tutto

Qualunque cosa sia, qualunque cosa tu ordini

E cosa mi dai

È molto di più

È molto di più

Di quello che non ti ho mai chiesto

Tutto quello che mi dai

È molto di più

È molto di più

Di quanto mi sia mai meritato

Cosa mi dai

Grazie per esserci, per la tua amicizia e la tua compagnia. Quanti di noi sono in grado di morire con queste parole sulle labbra? Grazie di esserci. Grazie di aver usato le maniere brusche per farci superare le tante sciocchezze di cui ci riempiamo la testa.