Jasmine Carrisi è intervenuta in qualità di ospite a “Generazione Z”, la trasmissione di Rai Due condotta da Monica Setta e andata in onda nella tarda serata di martedì 18 ottobre 2022. La giovane artista, figlia di Al Bano Carrisi e Loredana Lecciso, ha rivelato di avere sofferto tanto per i pregiudizi e per le valanghe d’odio ricevute sul web: “È straziante dopo un po’, specialmente nei giorni in cui magari sono già giù di mio per altre cose. In quei momenti, vai sui social e leggi commenti d’odio, ricchi di cattiveria gratuita. Secondo me parte tutto dall’hater in sé, che va a diffondere odio ovunque, perché sono tante le loro vittime”.



Oggi, Jasmine Carrisi cerca di considerare solo la parte migliore dei social e di dare più peso ai commenti positivi, ma non sempre è semplice: Mi è venuto anche il complesso dell’altezza. Mi scrivevano: ‘Sei tappo’, ‘Sei una nana’. Mi dicono anche che sono rifatta: in realtà ho fatto solo il filler alle labbra un anno fa, per il resto basta, è tutto mio”.



JASMINE CARRISI: “A SCUOLA NON VOLEVO PIÙ ANDARE PER VIA DEL BULLISMO”

Ancora a “Generazione Z”, Jasmine Carrisi ha confessato di avere subìto bullismo a scuola: “A 12-13 anni i miei compagni maschi avevano dato i voti alle femmine e io ero stata giudicata la più brutta. Stavo iniziando a diventare donna e questo fatto e altri piccoli episodi mi scatenarono un po’ di insicurezze sul mio fisico, che poi diventarono anche insicurezze mentali. Ebbi anche un blocco, tanto che non volevo andare più a scuola. Mio papà prese in mano la situazione: lui ha un carattere molto forte, super positivo. Mi fece un discorso molto lungo e mi convinse del fatto che lo studio sia fondamentale. Lui mi dà consigli anche sull’amore e mi dice di darmi più valore”



Al Bano, peraltro, era inizialmente contrario al fatto che la sua Jasmine Carrisi seguisse le sue orme in termini professionali. Poi, la figlia a Natale 2012 gli regalò un cd contenente alcuni singoli incisi da lei: “Lui sapeva che ero appassionata di musica, ma pensava fosse un po’ un gioco per me. Invece, quando gli ho fatto vedere che mi ero impegnata a registrare tanti suoi pezzi, si è reso conto che c’era davvero del potenziale. Da lì mi ha iniziato a prendere seriamente, ma prima ha comunque preferito che continuassi con gli studi”.