“Ho subito molestie molte volte. Non si tratta di mele marce, ma di un sistema di potere“. Queste le parole con cui Jasmine Trinca affronta, in un’intervista a Vanity Fair, una tematica da troppo tempo lasciata al caso. Non sono poche le attrici che in tutto il mondo denunciano abusi da parte di produttori e registi.
“Usciranno nomi grossi dopo che Judith Godrèche ha denunciato il regista Benoît Jacquot di averla stuprata e molte donne hanno fatto il nome di Depardieu. Ho trovato imbarazzante che Macron si sia affrettato a difenderlo” prevede l’attrice, recentemente impegnata sul set dell’Arte della Gioia, serie in onda su Sky e diretta da Valeria Golino.
Jasmine Trinca l’accusa al mondo del cinema: “Ho subito molestie, questione di potere…”
E’ sempre questione di potere l’uso della violenza sulla donna, almeno questo è il concetto che Jasmine Trinca sottolinea a Vanity Fair. Il sistema è marcio e il Mee Too italiano non è sufficiente ad arginare questo fenomeno sempre più preoccupante: “Ogni donna è libera di parlare coi propri tempi e le proprie modalità e questo richiede massimo rispetto” afferma l’attrice. E ancora: “La presa di parola collettiva certamente è quello che sarebbe auspicabile e la stampa, la società dovrebbero sostenere il coraggio delle donne e non mettere in discussione la loro parola. Invece il sistema reintegra sempre gli abusatori: continuano a lavorare e a esercitare il potere, anche ad alti livelli” .
Trinca ha dichiarato di essere stata vittima di abusi fisici e verbali quando era giovanissima e non aveva gli strumenti per reagire: “Oggi avrei tutt’altra capacità di reazione, e sono in un’altra posizione, non ci sarebbe più squilibrio di potere, ma all’epoca, la consapevolezza era diversa, in me e anche forse nel contesto culturale” afferma. L’attrice individua poi il tratto che scatena questo tipo di situazioni: “Non percepisci subito quel comportamento come un abuso, anche se lo è e fino in fondo. È una cosa di cui l’abusante si approfitta“.