IL PRIMO DISCORSO DEL NUOVO PRESIDENTE DELL’ARGENTINA JAVIER MILEI

«Oggi inizia la fine della decadenza argentina»: sono queste le prime parole di Javier Milei, Presidente eletto in Argentina dopo il ballottaggio delle Elezioni Presidenziali che ha visto la sconfitta del candidato peronista Sergio Massa contro il leader “La Libertad Avanza”. Il Centrodestra alla fine si è ricompattato attorno a “El Loco”, esponente dell’ultradestra libertario e in grado di convincere l’elettorato che per risollevare un’Argentina giunta al 146% di inflazione servano politiche ben diverse dal centralismo statalista di Kirchner.



«Iniziamo la ricostruzione e a voltare la pagina della nostra storia. Riprendiamo il cammino che non avremmo mai dovuto perdere. Finisce il modello dello stato che impoverisce e benedice solo alcuni mentre la maggioranza soffre. E’ una notte storica, torniamo ad abbracciare l’idea della libertà»: il discorso del Presidente eletto a Buenos Aires ha infiammato la folla dopo la vittoria con il 55,69% delle preferenze contro il 44,31% di Massa. Presentatosi in maniera più istituzionale, senza la “motosega” e i toni battaglieri della campagna elettorale, Javier Milei punta dritto a sovvertire il potere rimasto a governare l’Argentina per anni: «Sappiamo che ci sono persone che resisteranno per mantenere i loro privilegi. Saremo implacabili: dentro la legge tutto, fuori la legge niente».



BALLOTTAGGIO ARGENTINA: CHI È MILEI E COSA HA PROMESSO

Il prossimo 10 dicembre Milei diverrà Presidente a tutti gli effetti con la fine del mandato di Fernandez, a 41 anni esatti dall’anniversario della fine della dittatura militare: «La situazione è drammatica, non c’è spazio per la gradualità, per le mezze misure», ha concluso il Presidente eletto, «L’Argentina ha un futuro ed è liberale. Viva la libertà, maledizione».

Fautore del liberismo economico e politico, contrario all’aborto e all’eutanasia, cattolico ma in forte polemica con il Papa argentino Jorge Mario Bergoglio: Milei è un Presidente da molti paragonato a Donald Trump, il quale tra l’altro lo ha pubblicamente ringraziato per la vittoria in Argentina («Tutto il mondo stava guardando! Sono molto fiero di te. Trasformerai il tuo Paese e davvero renderai di nuovo grande l’Argentina»). Viene da una infanzia molto difficile con genitori accusati di abusi: «Ho avuto genitori molto tossici. Ma penso che tutti gli abusi che ho subito abbiano influenzato la mia personalità. Tutte quelle botte che ho preso da bambino fanno sì che oggi non abbia più paura di niente», ha raccontato Milei negli scorsi mesi. Forte polemista, mira a distruggere la Banca Centrale argentina e contrastare l’espansione del socialismo sudamericano: i riflettori sono ora tutti puntati su di lui in attesa di capire se le tante promesse forti lanciate in campagna elettorale riusciranno a realizzarsi nei 4 anni di mandato alla Casa Rosada di Buenos Aires, anche se l’obiettivo di Milei è ben più a lungo raggio «tra 35 anni l’Argentina sarà una potenza mondiale».