Regista de Il nome della rosa, confessione su Sean Connery: “Eco terrorizzato all’idea”

Jean-Jacques Annaud, regista de Il nome della rosa, ha raccontato ai microfoni de La Stampa come gli è venuta l’idea di girare l’acclamato film tratto dall’omonimo romanzo di Umberto Eco, e il motivo per cui la scelta sia ricaduta su Sean Connery.

Quando dissi a Umberto Eco che la parte di Guglielmo da Baskervill sarebbe andata a Sean Connery si mise le mani nei capelli: era terrorizzato all’idea, costernato (ma l’originale «catastrophé» rende ancora meglio. – racconta il regista – Umberto scese dal caravan di Connery dopo esserci rimasto una decina di minuti: era bianco come un cencio. L’aveva trovato ridicolo ma in compenso, aggiunse, “Sa tutto di football“.

Jean-Jacques Annaud svela com’è venuta l’idea del film, Il nome della rosa

Jean-Jacques Annaud, ai microfoni de La Stampa, ha svelato come e perchè ha deciso di girare un film sul capolavoro di Umberto Eco: “Lessi un articolo su Le Monde, di una storia in un monastero che parlava di libri antichi e preziosi, e mi appassionai. Studio cultura ellenista e leggo Aristotele in greco, mi ha preso subito” afferma il regista.

E ancora:Ebbi il libro prima che venisse pubblicato in Francia: arrivato a pagina 100 chiamai il mio agente e gli chiesi se qualcuno avesse già acquistato i diritti per il cinema. A 200 mi richiama l’agente e mi dice che i diritti erano della Rai. A pagina 300 ho deciso di andare a Roma alla dirigenza Rai, era il1 982“. Jean-Jacques Annaud ha poi raccontato un aneddoto sull’attore premio oscar: “Con Connery, ed è la volta che ho diretto un attore nel modo più stupido della mia vita: eravamo a Cinecittà per la scena dei libri in biblioteca e lui metteva le mani sulle pagine in malo modo, senza l’attenzione e la cura richiesta dalla situazione. Gli consigliai di aprire il volume con la delicatezza che avrebbe usato se avesse scostato le cosce di una vergine, ma Sean ha interpretato la scena con una passionalità brutale, ha anche messo la mano sulla cerniera del libro”.