Jean-Paul Fitoussi e l’economia al tempo del Coronavirus. Questo è il titolo dell’intervista apparsa quest’oggi sul Blog delle Stelle al 77enne economista francese che parla con Davide Casaleggio della situazione attuale e fa anche il punto su quali sarebbero le misure a suo giudizio più adatte che l’Unione Europea dovrebbe mettere in campo per fronteggiare il rischio di una esiziale recessione. Sulla proposta che il premier Giuseppe Conte (capofila di un fronte che vede allineata pure la Spagna) ha fatto nella riunione dei 27 capi di Stato, Fitoussi non la boccia a prescindere ma pone dei paletti: “Coronabond? Provare è meglio che non provare ma mi sa che non risolverà niente” spiega l’economista aggiungendo che il vero problema dei Paesi UE e che fanno prestiti in una moneta sulla quale non hanno nessun controllo, ovvero l’euro. “Tutto si basa sulla fiducia che i mercati ripongono sui singoli Stati: il solo metodo che consentirebbe di togliere potere ai mercati è avere un eurobond, un titolo di debito unico” continua, precisando che solo così nessuno potrebbe più speculare sulla valuta dei titoli. L’alternativa, secondo Fitoussi, è che la Banca Centrale Europea funga da prestatore di ultima istanza per tutti quanti gli Stati, senza discriminazioni verso alcuno e mettendo a fattor comune i debiti europei.
JEAN-PAUL FITOUSSI, “CORONABOND? SI PUO’ PROVARE MA…”
“Supponiamo che se coi coronabond un mercato decidesse di non dare fiducia alla Spagna, alla Francia o all’Italia, e allora lo spread aumenterebbe e non avremmo risolto nulla dato che l’economia oggi, invece che essere gestita dagli Stati, è gestita dai mercati”: da qui, come accennato, la necessità di avere un bond europeo unico. Nell’intervista concessa a Davide Casaleggio sul Blog delle Stelle, Jean-Paul Fitoussi spiega inoltre che la soluzione alla crisi che sta investendo il Vecchio Continente non sta certo in un problema di liquidità ma solamente di volontà politica da parte dei singoli stati Membri. “Abbiamo le Banche Centrali che esistono proprio per produrre della liquidità” ha detto dato che a suo dire ci sono dei periodi in cui bisogna agire stampando del denaro “per salvare il mondo altrimenti affoga, siamo in un mondo dove dobbiamo creare della liquidità e il problema non viene certo dalla creazione di questa”. E a proposito di quali sarebbero le priorità oggigiorno per i vari Stati, Fitoussi parla del problema sanitario, un ambito nel quale va fatto il primo, grosso investimento: “Paghiamo anni di mancati investimenti in sanità e ricerca e il numero dei morti è dovuto a quelle politiche restrittive” aggiunge, spiegando che oggi si ha la memoria corta e che in passato si sono vissuti degli shock simili e che ebbero effetti molto lunghi come la crisi petrolifera del 1973 e del 1979, ma anche la crisi finanziaria del 1987.