C’è il rapimento di John Paul Getty III, nipote di Jean Paul Getty, al centro della pellicola Tutti i soldi del mondo in onda oggi in prima serata su Rai3. I sequestratori pretendevano un riscatto proprio da parte del nonno miliardario, che aveva costruito il suo impero a partire dalla fondazione della Getty Oil Company, celebre industria del petrolio statunitense. Jean nacque a Minneapolis (Minnesota) nel 1892. Suo padre era a sua volta un industriale del settore, e Jean Paul ereditò da lui il fiuto per gli affari.



Dopo essersi laureato in economia e scienze politiche, iniziò a lavorare nei campi petroliferi del padre in Oklahoma, per poi ottenere la gestione di una sua personale compagnia a Tulsa (sempre in Oklahoma). Nel 1937 acquistò la Tidewater Oil Co. e – tra il 1942 e il 1961 – fu presidente e socio principale della Minnehoma Financial Corp. Al 1956 risale invece la fondazione della Getty Oil Company, che gli permise di divenire uno degli uomini più ricchi del suo tempo. Getty, infatti, possedeva pozzi di petrolio in diversi stati del mondo, tra cui Texas, Canada, Arabia Saudita e infine anche Alaska. In Italia acquistò raffinerie a Gaeta, Ravenna e Milazzo.



La storia vera di Jean Paul Getty

In realtà, gli interessi di Jean Paul Getty erano molto variegati: celebre la sua passione per le opere d’arte, che collezionava insieme anche ad alcuni preziosi reperti archeologici. Il suo patrimonio in questo senso è stimato in più di un miliardo di dollari, senza contare i proventi derivanti dalla sua attività nell’industria petrolifera. Intorno alla sua persona circolano alcuni aneddoti legati alla sua presunta avarizia: si dice addirittura che Jean Paul avesse in casa telefoni a gettoni da far usare agli ospiti. In realtà, Getty non disdegnava di spendere, o meglio di ‘investire’ denaro nell’acquisto di proprietà immobiliari.



Suo il castello cinquecentesco di Sutton Place a Londra, che comperò per 1,2 milioni di dollari. Più controverse le sue vicende personali: nel 1973, quando John Paul Getty III fu sequestrato dalla ’ndrangheta, Jean Paul rifiutò di pagare il riscatto. Questa la sua motivazione: “Ho 14 altri nipoti, e se tiro fuori anche un solo penny avrò 14 nipoti sequestrati”. Inoltre, in famiglia, si credeva che il rapimento fosse tutta una messa in scena organizzata dal giovane per ottenere ‘soldi facili’ dal nonno miliardario. Solo quando gli aguzzini gli fecero recapitare un orecchio mozzato, Jean Paul si rese conto che la vicenda non era uno scherzo e si convinse a versare ai malviventi circa 2 miliardi di lire. Morì nel 1976 lasciando un patrimonio netto di circa 2-4 miliardi di dollari.