Jean Putz, giornalista scientifico e conduttore televisivo tedesco, sulle pagine del Die Welt analizza il tema del cambiamento climatico. Quando la sua carriera è cominciata, negli anni ’70, “l’attenzione all’epoca era rivolta alla tutela dell’ambiente. Grandi quantità di sostanze inquinanti nocive fuoriuscivano dai camini delle centrali elettriche e degli impianti industriali. Bisognava fare qualcosa e all’epoca anch’io simpatizzavo con i Verdi su questo tema. Il secondo messaggio importante che volevo trasmettere era: l’energia che può essere estratta dalla terra è limitata, indipendentemente dal fatto che si tratti di carbone, gas, petrolio o uranio. Tutte le risorse sono limitate. Anche senza l’idea della protezione del clima, già allora era chiaro che il futuro sarebbe appartenuto alle fonti energetiche rinnovabili”.
Nonostante la protezione del clima sia ora passata nelle mani del governo, l’esperto non è soddisfatto: “Non sono affatto contento di come stanno andando le cose. Essere attivi nella protezione del clima è una cosa. Ciò che è importante, tuttavia, sono decisioni sensate e sostenibili che portino benefici al clima ma non rovinino la nostra economia. Perché dobbiamo loro la nostra prosperità. Questo non è sufficientemente pensato”. Il conduttore televisivo è convinto che “l’anidride carbonica sia dannosa per il clima solo se il carbonio proviene dalla terra, cioè se la CO2 viene creata bruciando combustibili fossili. Se ti ponessi l’obiettivo di avere costantemente una certa quantità di anidride carbonica nell’atmosfera e di utilizzare un’economia circolare per garantire che la concentrazione non aumenti, allora sarebbe una cosa”.
Jean Putz: “La Germania non può produrre con impianti eolici e solari”
La transizione energetica iniziata ormai da qualche tempo, con lo scopo di abbandonare i combustibili fossili, ha per Jean Putz alcuni limiti ed errori. Il primo è che “si cerca una completa decarbonizzazione dell’economia senza pensare prima a come si possa ancora produrre energia in quantità sufficienti e a prezzi accessibili. La nostra cultura, il nostro stile di vita e la nostra prosperità sono impensabili senza una certa quantità di energia. L’industria si lamenta già del fatto che i prezzi dell’elettricità non sono più competitivi rispetto ad altri paesi. La parolaccia sulla deindustrializzazione sta facendo il giro”. Parlando del suo Paese, l’esperto spiega che “la Germania, a causa della sua posizione geografica, non potrà mai produrre con gli impianti eolici e solari la quantità di energia di cui ha bisogno per il suo fabbisogno. Facciamo affidamento sull’importazione di energia”.
La soluzione potrebbe essere il metanolo: “Questa è una fonte di energia universalmente applicabile. Può essere prodotto nelle regioni desertiche utilizzando l’energia solare a basso costo ricavata dall’anidride carbonica e dall’acqua presente nell’aria e può essere facilmente trasportato in tutto il mondo utilizzando le cisterne oggi disponibili. Puoi usarlo subito ovunque. Tuttavia, il metanolo ha un difetto: quando viene bruciato, viene rilasciata CO2. Ma se si rimuove la stessa quantità di CO2 dall’aria per produrla, è un gioco a somma zero. Sarebbe un’economia circolare a impatto climatico zero. La maggior parte degli scienziati, invece, sostiene l’uso dell’ammoniaca o dell’idrogeno perché durante la combustione non viene rilasciata CO2″.