Jean Todt, che è stato direttore della Peugeot Sport, ad e capo della Scuderia Ferrari (dal 1993 al 2009) e presidente della Fia (dal 2009 al 2021), ha parlato di Michael Schumacher e in una intervista al Corriere della Sera. Essendo suo amico, spesso va a trovarlo. I rumorsche si susseguono sulle sue condizioni di salute sono numerosi, ma lui non ha mai voluto dire nulla in merito. “Lasciamolo tranquillo, rispettiamo la volontà di privacy di Corinna e dei figli, sappiamo che quell’incidente ha avuto delle conseguenze. Chi dice che sa qualcosa, non sa niente. Io vado sempre a trovarlo. Lui e la sua famiglia sono la mia famiglia”, ha affermato.



Nel 2000 fu proprio con Jean Todt alla Ferrari che Michael Schumacher vinse il suo terzo campionato mondiale, riportando il titolo a Maranello dopo 21 anni di assenza. Un successo che ha ricordato quando la compagna Michelle Yeoh ha vinto l’Oscar. È stata la prima asiatica al mondo. “È stato come vincere un Mondiale. A lei ho detto all’orecchio: ‘Provo la stessa sensazione di quando ho portato Michael (Schumacher ndr) a Suzuka’. Stava scrivendo la storia. Perciò dico che abbiamo una nuova campionessa del mondo in famiglia”.



Jean Todt: “Schumacher era umile e timido”. Gli eredi di Michael

Jean Todt, dall’alto della sua esperienza, ha parlato anche dei possibili eredi di Michael Schumacher. In prima linea sembrerebbe al momento esserci Max Verstappen. “È veloce, sbaglia poco. È un combattente come Michael. Ma a livello umano conosco Max troppo poco per giudicarlo. Michael quando correva poteva sembrare un po’ presuntuoso e antipatico, ma era un atteggiamento che serviva a nascondere la sua timidezza. Era umile, si metteva sempre in dubbio”. E ricorda dei tempi passati insieme: “Non ha mai accusato la squadra, neanche quando a Silverstone per colpa nostra si sono rotti i freni. Non faccio paragoni ma un punto in comune lui e Max lo hanno. Guidano per la squadra migliore e questo aiuta”, ha concluso.

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