La guerra in Ucraina accelera la frammentazione del mondo in blocchi geopolitici. A farne le spese è l’Occidente, che non detiene più quel potere che aveva, per crescita economica e demografica, anche se nel settore finanziario c’è ancora supremazia. Si apre così l’analisi del generale Carlo Jean, secondo cui prosegue il declino del mondo atlantico. Nell’intervista a Libero cita anche la concorrenza tra il sistema di pagamento internazionale americano Swift e quello cinese Cips. «Per ora 12.000 banche si affidano a Swift e 3.000 a Cips», dichiara l’ex comandante della Brigata Alpini Cadore ed esperto di geopolitica per l’Università LUISS di Roma. Ma la difficoltà dell’Occidente è legata anche alla sua rinuncia all’uso della forza. «I paesi occidentali non si affidano a compagnie di mercenari come la compagnia russa Wagner e alcune compagnie al soldo dei cinesi, che assicurano capacità di penetrazione in Africa o America Latina».
Inoltre, secondo Jean si riscontrano gli effetti del disimpegno militare degli Stati Uniti in Medio Oriente e Mediterraneo, come accaduto in Libia, Siria, Iraq e Afghanistan. C’è poi il gruppo Brics (nazioni aggregate attorno a Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), che è «meno compatto dell’Occidente», a causa dei «contrasti fra Cina e India», così come per le tensioni nel Golfo del Bengala e per l’asse Pechini-Islamabad. «Anche l’amicizia Russia-Cina è tesa. C’è il corridoio commerciale Russia-Iran, da San Pietroburgo al porto di Bandar Abbas, sul Golfo Persico, rivale della nuova Via della Seta in senso Nord-Sud, laddove la Belt and Road cinese si snoda invece in senso Est-Ovest».
LA CRESCITA DELL’INDIA, IL GRUPPO BRICS E CINA-RUSSIA
Secondo il generale Carlo Jean, l’Occidente può inserirsi in questo contesto avvicinandosi all’India, che tra l’altro «tiene il piede in due scarpe». Si tratta di un Paese in forte crescita, dove si stanno sviluppando le infrastrutture e che ha forti legami con Usa e Gran Bretagna. D’altra parte, «poiché ha una grande esperienza nel campo della programmazione e del software, ritengo che la partita per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, anziché una sfida tra Usa e Cina, sia in realtà una sfida a tre fra Usa, Cina e India». Nell’intervista a Libero si affronta anche il tema dell’allontanamento dell’Europa dagli Stati Uniti, per la priorità assegnata da Biden allo scacchiere indo-pacifico. «Rischia di minare l’unità dell’Occidente, perché le due sponde dell’Atlantico si allontanano, in termini geopolitici. Il fenomeno potrebbe aggravarsi se alle prossime elezioni presidenziali statunitensi vincesse di nuovo Donald Trump, col suo motto dell’America First e dell’isolazionismo». Nel frattempo, la Cina promette stabilità nell’Asia centrale, un segnale per la Russia. «L’abbraccio Mosca-Pechino è fatale e i russi lo sanno. I cinesi si ricordano ancora dei vari trattati ineguali con cui la Russia si aggiudicò territori sui confini siberiani». Il peso della Cina a livello globale è rappresentato anche dall’onere di sostenere molti Stati con i suoi prestiti, ma così «si crea una trappola del debito che però non condiziona solo le nazioni satelliti della Cina, ma lo stesso colosso asiatico», a causa di un impegno finanziario rischioso.