Nelle ultime ore è diventato uno dei personaggi del momento e non certo per uno dei suoi graffianti affondi sul New Yorker o le sue invettive contro Donald Trump sulla CNN: dopo quasi 25 anni di onorato servizio presso il periodico statunitense, il nome di Jeffrey Toobin è improvvisamente diventato popolare oltreoceano anche da noi per via di una clamorosa gaffe che ha finito per costargli il posto. Il 60enne avvocato, nonché giornalista e analista legale dell’emittente americana infatti si è masturbato durante una riunione di redazione in diretta Zoom proprio mentre era in corso una sorta di simulazione delle prossime Elezioni Presidenziali 2020 che si terranno a novembre. Toobin si trovava infatti in collegamento con altri giornalisti del “New Yorker” che sono rimasti spiazzati quando, durante una pausa di lavoro, hanno visto apparire sul loro schermo le immagini del noto commentatore che praticava l’onanismo come se fosse la cosa più normale al mondo. La vetta comica si è raggiunta quando la pausa è terminata ed è ripreso il collegamento senza che Toobin si fosse inizialmente accorto di nulla.



ANALISTA E FIRMA NOTA DEL “NEW YORKER” SI MASTURBA IN DIRETTA ZOOM: SOSPESO

L’episodio tuttavia è diventato ben presto di pubblico dominio grazie a uno scoop del sito Vice che, citando delle fonti anonime, ha confermato l’accaduto e fornito alcuni dettagli dell’imbarazzante momento. Di fronte allo stesso scoop, Toobin si è arreso all’evidenza e non ha potuto mentire: come diretta conseguenza il “New Yorker” ha deciso di sospendere a tempo indeterminato la collaborazione con una delle sue firme più prestigiose mentre il diretto interessato ha ammesso l’errore e ha provato a scusarsi: “Ho fatto un errore imbarazzante: credevo di aver spento la mia telecamera e non pensavo di essere in onda” ha detto Toobin, chiedendo perdono anche alla moglie, alla sua famiglia e agli amici che sono rimasti sorpresi e mortificati dall’accaduto. Per quanto riguarda invece la CNN,  ma in questo caso è stato lo stesso analista a prendersi un “periodo di riposo” e quindi non potrà coprire il rush finale della campagna presidenziale che stava seguendo proprio in prima linea.

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