Il Jenga Hotel che dovrebbe sorgere nei prossimi anni in quel di Hong Kong non solo rappresenta indubbiamente la nuova frontiera in fatto di strutture alberghiere avveniristiche e che rivoluzionano la stessa idea di hospitality ma anche un concept molto intrigante e che potrebbe essere anche replicato nello scenario di New York: quello che potrebbe un giorno essere uno degli hotel più strani del mondo, stando almeno al progetto che è stato presentato, sarà infatti una sorta di riproposizione in chiave mastodontica dei classici mattoncini Lego dato che dovrebbe essere un vero e proprio grattacielo di container navali di varia origine riciclati e riadattati per uso abitativo. Non solo, dato che nelle avveniristiche intenzioni dei suoi progettisti il Jenga Hotel che dovrebbe sorgere nell’ex colonia britannica dell’est asiatico sarà completamente rimodulabile in modo che i diversi container impilati uno sull’altro potranno essere aggiunti, rimossi o anche sostituiti in base alle esigenze. Andiamo dunque a scoprire qualcosa di più di questo concept futuristico.



IL JENGA HOTEL A HONG KONG

Il Jenga Hotel di Hong Kong nasce sulla carta da un’idea di uno studio di architettura locale che ha realizzato quello che è stato ribattezzato come “Hive-Inn” (gioco di parole tra “hive”, ovvero l’alveare, e “inn” ossia la locanda) e si basa su un gioco da tavolo molto in voga da quelle parti: il Jenga (“Costruisci!) infatti consiste nel posizionare una cinquantina di blocchi di legno uno sull’altro su tre torri, per poi provare a toglierne uno alla volta e riposizionarlo alla sommità fino a quando la costruzione diventa sempre più instabile e il giocatore che le fa crollare per primo perde. Partendo da questo spunto, l’Ova Studio ha sostituito i blocchi di legno con dei container navali, ognuno “brandizzato” con un noto marchio internazionale, pensando quindi un hotel che è in continua trasformazione e, col settore dei container in sempre maggiore crescita (tanto che ne esistono molti resi delle vere e proprie mini abitazioni di lusso) e con la possibilità di spostarli su quattro ruote, che può essere modificato a seconda delle specifiche esigenze dei clienti dell’albergo. A sostenere poi il tutto dovrebbe essere, al contrario del Jenga, una imponente struttura metallica a griglie che consentirebbe così di rimuovere facilmente i moduli e sostituirli di volta in volta.



UN CONCEPT FUTURISTICO E I CONTAINER “MODULABILI”

Come accennato, le prospettive del Jenga Hotel, o “Hive-Inn” sono notevoli, non solo da punto di vista del design e del rinnovare l’idea di pernottamento, con parte dell’albergo che di fatto è il container degli stessi ospiti, ma rappresenta pure una ghiotta opportunità per gli investitori pubblicitari. Basti pensare al fatto che potrebbero essere proposti container a tema da parte di alcuni dei più importanti marchi del lusso, dell’abbigliamento e per non dire delle grandi multinazionali del settore food o dell’intrattenimento: nel concept di questa struttura verticale modulare presentata dai due designer, Slimane Ouahes e Christophe Barthelemy, si vede come -giusto a mo’ di esempio- sono state realizzare delle camere tematiche nel container della Ferrari e della griffe Alexander McQueen. A differenza del progetto gemello di New York, quello di Hong Kong non fa dell’eco-sostenibilità e della filosofia “green” i suoi capisaldi ma si propone, grazie alla sua estrema flessibilità realizzativa (ogni slot di container non interferisce col resto dell’edificio), pure come una soluzione d’emergenza per fornire unità abitative in caso di calamità naturali o anche per ospitare centri di assistenza medica di prima necessità.

Leggi anche

TURISMO D'ESTATE/ Più breve, intensa e frequente: come gli italiani vogliono la loro vacanza