Dopo aver guidato in uno dei periodi storici più complessi degli ultimi decenni la Nato, l’ex segretario generale Jens Stoltenberg è stato recentemente scelto come co-presidente dell’influente (e sempre discusso, nel bene e nel male) Club Bilderberg che annualmente riunisce in una location segretissima i ‘potenti’ della terra per una serie di giornate – quest’anno pare che saranno quattro – di approfondite discussioni: una scelta sicuramente – da un lato – strategica e che segna un’importante volta nella politica del Club Bilderberg, ma che al contempo – dall’altra parte – è vista da molti come un segnale della possibile imminente apertura del gruppo agli occhi indiscreti esterni che da tempo sognano di scoprire cosa accade durante (e soprattutto dopo) le riunioni.
Prima di arrivare al segretissimo Club – infatti – è interessante notare che assieme a Stoltenberg quest’anno si nota un ampio accentramento della guida strategica e politica del gruppo nelle mani di industriali, politici e uomini d’affare quasi interamente dediti al settore della Difesa: è il caso – tra gli altri – dell’industriale Marcus Wallenberg che ospiterà la riunione in Svezia è che è presidente della Saab produttrice di sistemi di difesa che quest’anno ha segnato un aumento del 70% degli ordini, ma anche di quel Eric Schmidt già capo di Google ed attualmente impegnato nella produzione di droni kamikaze per il mercato ucraino; del Peter Thiel particolarmente vicino a Trump, al suo vice Vance e a Musk, oltre che fondatore della compagnia di robotica Anduril e di Alex Karp (fedelissimo di Thiel) già CEO della Palantir interamente dedita ai sistemi di sorveglianza e all’IA.
Cos’è il Club Bilderberg e perché la scelta di Jens Stoltenberg potrebbe cambiare l’ordine mondiale
Insomma, la presenza di Stoltenberg tra i vertici del Club Bilderberg non sta passando affatto inosservata, soprattutto perché sono molti a pensare che in questo particolare 2025 l’ordine del giorno delle discussioni sarà posto – non a caso – sulla Russia e sulla sua eterna guerra in Ucraina richiamando (neanche tanto sommariamente) quel clima belligeranza che fu all’origine del primissimo vertice del 1954 – fortemente voluto dal banchiere David Rockefeller – che si concentrò sull’atteggiamento “verso il comunismo e l’Urss” a due passi dalla seconda guerra mondiale e ad ancora meno dalla Guerra fredda scoppiata di lì a poco.
Capire cosa sia il Club Bilderberg – purtroppo – non è affatto facile perché ad oggi l’unica certezza è che si tratta di una riunione di industriali, politici, giornalisti e (più in generale) di quelli considerati ‘potenti della terra‘ che annualmente discutono dell’attualità senza mai rilasciare alcun comunicato, redigere nessun tipo di verbale e con l’assoluto divieto per i partecipanti di divulgare qualsiasi tipo di informazione all’esterno; con tutte le ovvie – ed estremamente varie – teorie del complotto che si sono generate proprio attorno a questa estrema segretezza.
La guida in mano a Stoltenberg Nato potrebbe – in tal senso – rappresentare un cambio di rotta verso una maggiore apertura esterna data la sua propensione ai botta e risposta con i giornalisti (anche fermo restando che l’altro co-presidente è il magnate della comunicazione Marie-Josée Kravis); ma al contempo potrebbe anche rendere ancor più chiaro il clima belligerante che permea il mondo dopo anni in cui il politico norvegese ha reso centrale nella sue scelte Atlantiche l’aumento della spesa militare per gli stati membri.