Jérome Hamon, oggi 48 anni, e una vita fatta di calvari e interventi chirurgici per provare a tornare alla normalità. Si tratta della prima persona al mondo ad aver subìto un doppio trapianto facciale integrale. Interventi che gli sono valsi il soprannome di ‘l’uomo dai 3 volti’, quello della nascita, quello del primo trapianto e quello nuovamente trasformato a seguito della seconda operazione. Jérome si è raccontato a Le Parisien, e dalla sua storia sono emersi anni fatti di sofferenza e speranza.
Il primo intervento è arrivato nel 2010, a seguito di una malformazione genetica che ha deformato la sua faccia a tal punto che i medici hanno ritenuto necessario sottoporlo a un trapianto di viso integrale. Si tratta di neurofibromatosi 1, nota anche come malattia di von Recklinghausen. L’operazione già allora ebbe successo e Hamon ne ha fatto perfino un libro raccontato la sua vicenda. Quando però tutto sembrava risolto ecco di nuovo tornare i problemi. È bastato un raffreddore per deformare nuovamente il suo volto a seguito di un trattamento antibiotico errato incompatibile con il suo trattamento immunosoppressivo. Arriva così il secondo intervento nel 2018, grazie al trapianto di un volto di un giovane di 21 anni.
JÉROME HAMON, IL RITORNO ALLA (SEMI) NORMALITÀ
Durante il Covid Jérome è stato colpito da una serie di problematiche nuovamente, facendogli rischiare perfino la perdita della vista nel 2021, e non solo. “Ero diventato sordo, cieco e muto” ha raccontato a Le Parisien, con lo stesso panico di “non essere niente“. E ancora una volta i medici hanno fatto il miracolo, salvandogli la retina.
Nonostante i momenti di depressione il 48enne sta provando a tornare alla vita, vedendo come una ‘maschera’ il volto che oggi porta. Già un’infermiera, dopo la seconda operazione, gli chiedeva: “Stai portando il volto di qualcun altro. C’è qualcosa di magico. Se ne pente?“. Ma Hamon non si è mai pentito, se non quando si sente solo e avvolto da troppa sofferenza, a seguito anche delle derisioni subìte nel corso degli anni prima dell’intervento. Nel frattempo la vita di Jerome prosegue, ancora tra le medicine. La mamma Arlette cerca di aiutarlo a rendergli la vita migliore, aiutandolo a distrarsi e a districarsi nelle attività quotidiane. Jérome ama buttarsi nella lettura. “Grazie alla letteratura dimentico tutto”, afferma. Perchè così può estraniarsi dalla vita che è stata così dura con lui. E una frase di incoraggiamento della mamma riecheggia nelle sue giornate più tristi: “Guarda avanti. Il sole sorge ogni giorno.”