Fra tre giorni esatti Jerry Calà festeggerà i suoi primi 70 anni di vita (e, contestualmente, mezzo secolo di carriera): la storia di uno degli artisti più amati di sempre dal pubblico televisivo e cinematografico d’Italia, però, avrebbe dovuto prendere una piega decisamente diversa e lontana anni luce dal mondo dei riflettori che l’ha accolto ragazzino e l’ha reso uomo: Dovevo fare il professore, al liceo classico ero fortissimo in greco e latino. Doppio 8 in pagella, mi sono iscritto a Lettere antiche all’università di Bologna. Ma è la vita che decide per noi…”.



Sì, perché a quel punto Calà, all’anagrafe Calogero Alessandro Augusto, oltre a eccellere nel suo percorso di studi era anche un musicista. Come racconta ai colleghi di “Quotidiano Nazionale” sull’edizione di oggi, venerdì 25 giugno 2021, suonava il basso in un gruppo beat e, per lui, il destino “aveva la faccia di tre amici: Umberto Smaila, Franco Oppini e Nini Salerno. Mi convinsero a fare cabaret e partimmo per Roma prima e Milano poi, in cerca di fortuna. Erano nati i Gatti di Vicolo Miracoli. A scoprirci fu Cino Tortorella, il Mago Zurlì che ci portò alla Tv dei ragazzi. E da lì al mitico palco del Derby”.



JERRY CALÀ: “NON TRADII MARA VENIER IN LUNA DI MIELE”

La televisione portò a Jerry Calà e ai suoi amici popolarità, soprattutto nel 1974, con la trasmissione “Non stop” di Enzo Trapani, dopo la quale si schiusero le porte del cinema: “Un’attrazione fatale – asserisce l’attore sulle colonne di ‘Quotidiano Nazionale’-. Benedetta da Carlo ed Enrico Vanzina, il profumo delle nostre vacanze. Il segreto?  L’atmosfera. Lo specchio di un entusiasmo generazionale contagioso: la voglia di fare, provarci, rischiare. Sapore di mare è il simbolo: un gruppo di ragazzi del ‘60 che si ritrova vent’anni dopo. La battuta di Virna Lisi nel film è il riassunto: ci batteva forte il cuore”.



A Jerry Calà il cinema ha dato tanto, anche se è sempre stato etichettato come comico, nonostante il suo retroterra artistico comprenda anche personaggi drammatici (come, ad esempio, in ‘Diario di un vizio’). Porta con sé anche la fama di un inguaribile rubacuori, ma, dice lui, le donne “non mi cadevano ai piedi come succedeva a Fabio Testi. Dovevo lavorarci su, farle ridere, sorprenderle”. E, soprattutto, non tradì mai Mara Venier in viaggio di nozze: “Leggenda. Mara esagera apposta. Marachelle ne ho fatte, ma non quella volta”. Fra dieci anni, al raggiungimento delle ottanta primavere, Jerry Calà sogna di ritrovarsi “nonno, come Smaila oggi”.