Il Giornale ha intervistato Jerry Calà sulla pandemia da Coronavirus: all’anagrafe Calogero Alessandro Augusto Calà, ma l’attore e showman catanese è passato alla storia come Jerry. Dall’esordio ne I Gatti di Vicolo Miracoli al grande schermo, rappresentando uno dei volti della commedia italiana che parlava di vacanze al mare tra innamoramenti e voglia di fare festa, ma anche la quotidianità di tutti i giorni: ecco, Jerry Calà ha parlato di questo periodo in cui l’allentamento di alcune delle misure restrittive da Coronavirus ha portato la gente ad uscire nuovamente per strada. Lui ha raccontato di aver fatto un giro in bicicletta a Verona, e di essere rimasto sorpreso quando ha visto che in giro non c’erano i ragazzini, “che erano molti meno di quanti sono di solito”. Invece, a fare gruppo erano soprattutto “i vitelloni” – utilizzando il termine già sciorinato da Linus – “ossia i quarantenni in gruppo”.



JERRY CALA’: “TANTI QUARANTENNI IN GIRO”

Secondo l’attore, è un fenomeno da studiare a livello sociologico: ti aspetteresti che siano i giovanissimi ad approfittare della scomparsa dell’autocertificazione (almeno all’interno della singola regione) e la riapertura dei bar, e invece i quarantenni erano in strada con “la mascherina calata intorno al collo e lo spritz in mano”. Jerry Calà dice che il loro atteggiamento era quasi da chi non si preoccupa di cosa sia successo fino a ieri, e sta ancora succedendo; forse, una motivazione riguarda il fatto che una volta cresciuto con lo spritz (e in effetti questa generazione può essere identificata, tra le altre cose, in questo modo) poi non puoi più farne a meno. Peccato che, sempre con le parole dello showman, questo porta ad un pericolo oggettivo ma potrebbe procurare anche un danno di immagine. Il motivo? “Le loro foto fanno cambiare idea anche a chi aveva deciso di uscire rispettando le regole”. E che dunque potrebbe restare in casa, pensando ad un potenziale rischio.



Lo dice Jerry Calà, che pensando alla pandemia non si lamenta per gli spettacoli cancellati (“c’è chi sta purtroppo molto, ma molto peggio di me”) ma per l’impossibilità di girare per il Paese, stare in mezzo alla gente, incontrare le persone. “Ci ho dedicato tantissimo della mia vita, lì per lì ho sofferto tantissimo”. Per di più l’attore ha rivelato che era in programma una festa per i 50 anni di carriera, all’Arena di Verona: tutto saltato, ovviamente. Poi anche lui ha ritrovato un po’ di sorriso con le dirette Instagram, delle quali abbiamo più volte parlato; anche lui ha ripreso fiato e trovato molta ispirazione, ed è rimasto colpito dal comportamento del figlio Johnny (17 anni). Che, appunto, si è comportato benissimo anche se “hanno questa second life sugli smartphone che forse ha fatto sentir meno l’esigenza di trasgredire le regole anti-contagio”.

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