MORTO JERRY WEST, AVEVA 86 ANNI
Jerry West è morto, e su di lui non basterebbe forse un intero libro per arrivare a raccontarne la grandezza. Iniziamo da un fatto che ormai è noto a tutti: quando guardate il logo della NBA, con quella sagoma bianca che avanza in palleggio, state guardando Jerry West perché è sua la silhouette che ad un certo punto la Lega di basket scelse di utilizzare per vendersi nel mondo. Michael Jordan forse è stato il più grande giocatore di tutti i tempi, Jerry West prima di lui è stato la NBA – letteralmente – e lo è ancora adesso, se non altro uno dei volti più rappresentativi della pallacanestro oltreoceano, e (come per MJ) i numeri comunque da leggenda non sarebbero sufficienti per riassumere tutto quanto.
Per dire: Jerry West è stato il primo e unico giocatore nella storia della NBA a vincere il titolo di MVP (miglior giocatore) delle finali pur avendole perse, questa è un’altra curiosità che la dice lunga sullo status di Mr. Logo, o se vogliamo Mr. Clutch. Jerry West è morto a 86 anni: per 14 è stato un giocatore dei Los Angeles Lakers, che in questo lasso di tempo hanno raggiunto per nove volte la finale NBA. Il risultato? Una vittoria e otto sconfitte, di queste sette per mano dei Boston Celtics. Eppure, nessuno si è mai sognato di chiamare Jerry West un perdente, appellativo che oggi viene affibbiato magari a LeBron James (4 titoli) per qualche fallimento, o a chi non ha mai messo al dito l’anello.
LO SHOWTIME E KOBE-SHAQ
Altri tempi, direte voi; certo quella squadra era fantastica, con altri due grandissimi come Wilt Chamberlain e Elgin Baylor che oggi West raggiunge. Jerry West, che quelle otto sconfitte in finale le ha portate dietro per costruire i Los Angeles Lakers del futuro: nominato General Manager, prima ha creato la squadra dello showtime costruendola attorno ai già arrivati Magic Johnson e Kareem Adbul-Jabbar, poi nel 1996 ha portato Shaquille O’Neal a Hollywood e negli stessi giorni ha avuto l’intuizione di lavorare per scambiare il suo centro titolare e punto di riferimento Vlade Divac per un ragazzino di 18 anni che sarebbe stato scelto tredicesimo al draft. Quel ragazzino era Kobe Bryant: sappiamo tutti come è andata, Kobe aspetta Jerry per ringraziarlo una volta di più, ma vale anche il discorso inverso.
Quello che magari in pochi sanno, e che citiamo per salutare Jerry West, è un aneddoto raccontato da Shaq: dopo un’altra batosta subita dagli Utah Jazz nei playoff, il GM dei Lakers fermò il suo centro dal distruggere definitivamente lo spogliatoio del Forum e gli ricordò le sue otto finali perse, e gli disse che, se avesse continuato a provarci, un giorno la maglia 34 gialloviola sarebbe stata appesa al soffitto, accanto alla sua 44. Shaq, in quel momento, decise che avrebbe fatto di tutto per vincere perché aveva un altro motivo: rendere a Jerry West quelle finali. Anche qui, il resto è storia: quando The Diesel andò da Kobe, dopo tre airball contro i Jazz, e gli disse “un giorno tutti avranno paura quando tirerai per vincere”, aveva nel cuore e nella mente le parole di Jerry West. Si è avverato tutto. Grazie Mr. Logo, grazie Jerry West: il basket NBA è quello che è anche grazie a te. Soprattutto grazie a te.