È MORTO JESÚS CARRASCOSA A MADRID: “CARRAS”, LA SPAGNA E L’INCONTRO CON DON GIUSSANI

Nel tardo pomeriggio di martedì 9 gennaio 2024 il responsabile di Cl in Spagna, l’insegnante ed educatore spagnolo Jesús Carrascosa, è morto a Madrid dopo che solo poche settimane fa prima aveva scoperto un male incurabile: ne ha dato notizia la Fraternità di Comunione e Liberazione dopo aver ricevuto il commosso annuncio della Diaconia centrale di Cl Spagna in merito alla nascita in cielo dell’amico “Carras“, così era soprannominato dai tanti amici incontrati in questi anni insieme all’inseparabile moglie Jone.



Jesús Carrascosa da giovane militante di movimenti anarchici-cristiani nel 1975 venne “folgorato” dall’incontro con il Servo di Dio Don Luigi Giussani a Madrid, attraverso le prime testimonianze di Cl in Spagna: «Un incontro che segnò il suo ritorno alla Chiesa e l’inizio di CL in Spagna», fanno sapere da Comunione e Liberazione nel ricordare oggi un grande testimone di fede come “Carras”. Nel 1978 collaborò alla creazione della casa editrice Ediciones Encuentro e dal 1979 si dedicò all’insegnamento in alcuni licei di Madrid: nel 1997 Carrascosa venne chiamato in Italia dallo stesso Don Giussani per collaborare alla nascita del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione, inaugurato a Roma nel 2000 e di cui fu direttore fino al 2006. Fu tra i più attivi nei rapporti costruiti da Cl con San Giovanni Paolo II e Don Giussani durante gli ultimi anni del Pontificato. Negli ultimi anni segnati da alcune malattie – affrontati con una grande serenità d’animo e testimonianza di fede – gli venne affidato il ruolo di responsabile di Cl in Spagna: con «docile disponibilità», fa sapere la diaconia centrale della Fraternità, Carrascosa ha accettato pur avendo già 83 anni e diversi guai fisici. La diaconia centrale di Comunione e Liberazione in Spagna fa sapere che la camera ardente sarà aperta domani mattina, giovedì 11 gennaio 2024, nella parrocchia dell’Assunzione di Nostra Signora a Madrid: il funerale invece sarà celebrato alle ore 21 sempre domani nella medesima chiesa spagnola.



Qui sotto pubblichiamo il commosso messaggio del Presidente di CL Davide Prosperi, mentre a fondo pagina riportiamo il video diffuso dal Meeting di Rimini alla notizia della morte di Jesús Carrascosa in merito al suo intervento nel 2001 dove raccontò l’incontro con Don Giussani che gli spalancò le porte della fede in Cristo: «un’esperienza assolutamente inimmaginabile, perché io mai avevo visto un Cristianesimo che c’entrava con la mia vita, con la mia ragione, che mi permetteva di parlare con chiunque, di discutere con chiunque, con una ragionevolezza e dei motivi che mi permettevano di fare certe affermazioni con una dignità come uomo», racconta “Carras” al Meeting 2001.



IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DI CL DAVIDE PROSPERI PER LA MORTE DI CARRAS

Qui di seguito pubblichiamo integralmente il messaggio di Davide Prosperi al movimento di Comunione e Liberazione per la morte di Jesús Carrascosa:

«Cari amici, nel tardo pomeriggio del 9 gennaio è salito al Cielo il nostro amato Jesús Carrascosa, “Carras” per tutti noi. Il Signore l’ha chiamato a sé dopo poche settimane dalla scoperta di un male che si era da subito capito essere grave. Carras ha pronunciato il suo “sì” definitivo a Cristo con accanto a sé sua moglie Jone e i suoi amici, i volti prossimi di quella grande compagnia alla quale, dopo aver conosciuto don Giussani, ha dedicato instancabilmente la vita.

Nell’incontro con don Giussani ha trovato risposta convincente a quello che stava cercando: il cristianesimo è un fatto, e il metodo per imparare questo fatto è quello di stare dentro una compagnia di amici che si riconoscono uniti perché Cristo è presente. In una sua testimonianza durante un Triduo pasquale di studenti di GS, disse: «Giussani diceva che la fede è riconoscere una Presenza, cioè non riguarda uno che è venuto e poi se n’è andato, come pensavo da ragazzo. Diceva anche che pregare è fare memoria di questa Presenza che è la risposta a tutte le nostre domande. Tutto questo l’ho capito grazie a don Giussani e a dei ragazzi come voi che lo hanno seguito. Ho scoperto che il principio unitario è questo Tu; il Tu di Cristo è il principio unitario che desta questa capacità di amicizia che è la comunione; “Dove due o tre si radunano nel mio nome, lì ci sono io”, “Io rimarrò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”, “Ti chiedo Padre che come tu e io siamo uno, che anche loro siano uno in noi, perché il mondo creda”. Questo essere una sola cosa tra di noi grazie a Lui è la felicità della vita.

Per me è stato un amico grande. Pur certo che egli stia godendo dell’abbraccio di Cristo, per il quale ha speso senza calcolo ogni goccia della sua vita, in questo momento sento fortemente la mancanza del suo entusiasmo contagioso, del suo affetto e della sua umile saggezza.

Poco prima di Natale sono andato a Madrid per incontrare lui e Jone. Mi ha colpito vederlo, nella fatica e nella sofferenza, così pieno di gioia, di curiosità e di disponibilità. Così come Jone, ben consapevole di ciò che stava succedendo, mi ha testimoniato una profonda sicurezza. Davanti a un uomo e a una donna così liberi dalle catene della paura e del dolore, che normalmente affliggono nella malattia, cominci a desiderare anche tu la stessa gioia, la stessa curiosità, la stessa disponibilità. Ti viene da attaccarti a loro, a quel legame che esprime in modo straripante che c’è qualcosa di più: Cristo, «principio unitario che desta questa capacità di amicizia che è la comunione». Per molti di noi Carras è stato un padre, perché nel seguirlo abbiamo imparato a riconoscere quel principio della vera unità, della vera comunione. Anche per me è stato così: mi è stato padre per come mi offriva e mi proponeva ciò che lui per primo seguiva, la presenza di Cristo.

Questo mi è stato ancora più chiaro negli ultimi tempi, vedendo come è stato semplice per lui assecondare con intelligenza e affezione autentiche, maturate nella gratitudine e nella preghiera, i passi che ci venivano chiesti dalla Chiesa. E ho imparato nei dialoghi con lui quale commozione produce per un padre camminare insieme a un figlio sul sentiero che da giovane un tempo gli ha mostrato.

Unito a tutti voi nella preghiera, vorrei anche esprimere tutta la vicinanza e la gratitudine del nostro abbraccio a Jone con queste tenere parole che don Giussani disse a degli Esercizi della Fraternità: “Pensate a una famiglia come quella di Carras, che si è preso la responsabilità di guidare il movimento in tutte le sue azioni missionarie, che sono in sessantaquattro Paesi del mondo: che moglie deve avere, eh! Perché io dico sempre agli uomini: voi siete così, siete veramente bravi, ma il primo merito è quello di vostra moglie, che vi permette di fare queste cose. Comunque, sua moglie è come lui”. Che lui fosse pienamente consapevole e grato di questo si capiva da come l’ha sempre guardata, fino agli ultimi istanti.

Grazie Carras della tua amicizia, grazie di tutto. Ora che contempli il volto del Padre che tanto hai amato, continua ad accompagnarci mentre proseguiamo insieme questo appassionante cammino».