Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, la Gran Bretagna sta esitando sulla consegna dei jet militari per l’Ucraina. Ma per il ministro degli Esteri britannico James Cleverly non è stata tracciata alcuna linea rossa. «Abbiamo sempre detto: perché l’Ucraina abbia successo e Putin fallisca, dobbiamo dare agli ucraini il giusto sostegno al momento giusto. E noi abbiamo sempre fornito – da soli o con i nostri partner – l’equipaggiamento giusto al momento giusto», ha dichiarato nell’intervista rilasciata a Frankfurter Allgemeine Zeitung in vista della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Dunque, i jet militari non sono stati negati e vengono addestrati i piloti ucraini. «Non abbiamo mai preso decisioni affrettate, anche se alcune sono state prese più velocemente di altre, ma ogni Paese ha il suo processo». Al momento nessuna decisione è stata presa dal governo britannico. «Stiamo procedendo con cautela e prudenza», ha aggiunto Cleverly, che verosimilmente non si sbilancia perché auspica un sostegno coordinato.
Resta il fatto che la Gran Bretagna è stato il primo Paese a promettere carri armati pesanti al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dovuto al fatto che i Challenger 2 hanno tecnologia puramente britannica, quindi la decisione è stata autonoma. «Eravamo consapevoli che altri Paesi, tra cui la Germania, avevano già fornito molto, come veicoli blindati e missili antiaerei», ha chiarito James Cleverly. Eppure, l’impressione generale è che la Gran Bretagna sia stata sempre in prima linea negli sforzi dell’Alleanza Atlantica nell’ultimo anno, mentre la Germania è apparsa più restia a fornire aiuti a Kiev. «Gran Bretagna e Germania partono da punti di partenza molto diversi in termini di atteggiamento nei confronti dell’esercito. Per noi molte cose erano politicamente e logisticamente più facili».
CLEVERLY SU UCRAINA, GERMANIA E RAPPORTI CON UE
Il ministro degli Esteri britannico James Cleverly nell’intervista a FAZ ha riconosciuto il coraggio della Germania nel prendere alcune decisioni «difficili, ma molto importanti, in termini di aumento della spesa per la difesa e anche delle forniture di armi». Inoltre, ha evidenziato che i tedeschi sono stati molto più attivi dal punto di vista militare. «Questo è ammirevole e mi sorprende che la Germania riceva meno credito di quanto meriti». Nessun problema, dunque, col cancelliere tedesco Olaf Scholz: «Nelle conversazioni che ho avuto, anche con il Cancelliere Scholz, ho trovato un naturale, grande accordo sulla posta in gioco: il destino dello Stato di diritto, il destino della Carta delle Nazioni Unite. Si tratta di difendere i nostri principi». Nell’intervista non manca un riferimento alla Brexit, anche perché sempre più britannici dubitano che sia stata presa la decisione giusta col referendum del 2016. Ma James Cleverly esclude un eventuale nuovo referendum nei prossimi anni: «No, davvero no. Siamo passati attraverso il Covid, stiamo attraversando le conseguenze della guerra di Putin, le persone in tutta Europa e in America si sentono insicure, è naturale. Non siamo unici in questo. Quello che è unico è che alcune persone qui dicono: “oh, è tutto a causa della Brexit”. Non credo che sia così».
L’obiettivo del governo britannico è dimostrare di poter far scendere l’inflazione e far crescere l’economia, proteggendo poi il servizio sanitario. Infine, riguardo i rapporti con l’Unione europea, il ministro degli Esteri Uk parla di Irlanda del Nord e dell’atteggiamento del primo ministro britannico Rishi Sunak. «Non abbiamo una scadenza, vogliamo che la questione si risolva il prima possibile perché i cittadini dell’Irlanda del Nord se lo meritano. Ue? Le sfide che abbiamo affrontato un anno fa sono ancora in attesa di essere risolte. Preferiremmo farlo attraverso i negoziati piuttosto che attraverso la legislazione britannica, ma alla fine abbiamo bisogno di una soluzione. Questo non è cambiato. Se l’umore è migliorato, è fantastico, ma questo da solo non basta».