All’inizio della guerra in Ucraina, “Operation Kleptocapture”, una task force guidata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, ha promesso di “sequestrare i beni” dei russi, che sarebbero dovuti essere sottratti al Cremlino. Tra questi, però, molti aerei sono riusciti a “sfuggire” alla cattura perché parcheggiati in Paesi in cui le sanzioni non erano state imposte o perché partiti in tempo per i raid. Molti jet privati di proprietà degli oligarchi russi, però, sono scomparsi dai servizi di tracciamento come Flightradar.
Come rivela The Telegraph, l’analisi dei dati dell’autorità di volo russa di Tim Symington, che gestisce una newsletter investigativa sull’oligarchia russa, spiega che molti dei jet privati appartenenti agli oligarchi sanzionati sono stati registrati nuovamente con nuovi numeri di coda. Infatti i dati ufficiali dell’Agenzia federale russa per il trasporto aereo mostrano una serie di nuove registrazioni di jet privati lo scorso anno.
Jet russi tra viaggi e affari
Le sanzioni comminate alla Russia hanno reso quasi impossibile ottenere nuovi aerei di costruzione occidentale. Per questo motivo, come rivela il The Telegraph, molti oligarchi hanno registrato nuovamente i loro jet privati nei loro Paesi d’origine con nuovi numeri di coda. Molti di questi sono associati a persone sanzionate. Gli aeromobili devono essere registrati presso un’autorità nazionale ed è legale registrarli nuovamente in diversi paesi. Il processo è simile a quello della registrazione di un’auto.
Un’analisi di Forbes che ha identificato 26 aerei collegati a russi sanzionati. Il movimento di questi jet può essere monitorato utilizzando i loro numeri di coda su servizi come FlightRadar. Ad esempio, un aereo di proprietà di Dmitry Mazepin, proprietario del produttore di fertilizzanti Uralchem, vola liberamente tra Sochi, dove si dice si trovi Putin, Dubai, Mauritius, Maldive e Kazakistan. Un Gulfstream 650 appartenente a Herman Gref, il capo della più grande banca statale russa, è stato avvistato in Namibia, Zimbabwe, Uzbekistan e Dubai. Spesso si tratta di viaggi di vacanze mentre nel caso di tratte verso Iran, Cina e India, è probabile si tratti di lavoro.