Majdi Mustafa Nema, giovane jihadista siriano di 31 anni, è stato arrestato lo scorso venerdì a Marsiglia dalla polizia francese. Le accuse a suo carico sono pesantissime così come emblematica è la sua storia. L’uomo dovrà infatti rispondere di crimini di guerra, tortura e concorso in sequestro di persone. Nel suo Paese di origine è infatti accusato di aver usato le persone come scudi umani e aver compiuto vere e proprie stragi di civili. Nonostante questo, Majdi Mustafa riusciva a muoversi fuori dal Paese indisturbato, al punto da essere riuscito a studiare in tre università turche, a trascorrere sei mesi in Ungheria dove era considerato uno studente stimato e intelligente ed infine, grazie ad una borsa di studio Erasmus Plus era approdato a Marsiglia, dove però è stato arrestato. Il suo curriculum extra universitario però, era tutto un programma. Tra le altre cose è stato portavoce di un gruppo jihadista radicale attivo a Ghouta, nelle campagne di Damasco che combatteva sia contro il regime che contro l’Isis. Il gruppo è accusato di aver commesso il massacro di Adra nel 2013 e di aver usato civili alawiti come scudi umani e rapito l’avvocatessa e giornalista siriana Razan Zeitouneh, suo marito e due collaboratori.



JIHADISTA ARRESTATO IN ERASMUS MA È ACCUSATO DI CRIMINI DI GUERRA

Già lo scorso giugno, contro il 31enne jihadista arrestato e contro il resto dei componenti di Jaysh al-Islam era giunta la denuncia da parte di tre ong per la difesa dei diritti umani. Dopo tre anni di indagini, le organizzazioni lo scorso gennaio avevano segnalato alle autorità francesi la presenza dell’uomo nel sud del Paese spiegando, come riferisce Il Fatto Quotidiani, che Nema fosse “coinvolto nell’arruolamento forzato di bambini nel gruppo armato” e che “molte vittime lo accusano direttamente di rapimento e tortura”. Dopo aver lasciato il gruppo nel 2015, il giovane siriano si era trasferito in Turchia ed aperto un account LinkedIn spacciandosi per un ricercatore su sicurezza e terrorismo specializzato sulla Siria e come vicepresidente del centro di ricerca “Toran per gli studi strategici”. Lo scorso aprile era stato persino intervistato dal New York Times al quale si era definito “un esiliato”. Ora è da capire come possa aver ottenuto una borsa di studio Erasmus dopo essere riuscito a spostarsi in Francia per completare la laurea magistrale.

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