L’ex presidente Usa più longevo Jimmy Carter è morto nella sua casa di Plains, in Georgia, nella giornata di domenica 29 dicembre. A dare la triste notizia, che ha fatto subito il giro del mondo, è stato il figlio, mentre il presidente uscente Joe Biden ha annunciato che il 9 gennaio ci saranno i funerali di Stato. Aveva 100 anni, si chiamava James Earl Carter Jr, ma si faceva chiamare Jimmy Carter: ufficiale di Marina, noto anche perché è stato coltivatore di arachidi, ha vinto il premio Nobel per la pace, è stato governatore della Georgia, ma soprattutto il 39esimo presidente degli Stati Uniti.
Ha ricoperto tale carica per un solo mandato, dal 1977 al 1981, ma si è fatto apprezzare anche per la sua attività umanitaria, infatti dopo aver lasciato la Casa Bianca ha lavorato per Habitat for Humanity e negoziato accordi di pace. Ha svolto questa attività per decenni, fino a quando nel febbraio 2023 si è sottoposto a diverse cure ospedaliere, poi interrotte per tornare a casa e proseguire con quelle palliative.
Jimmy Carter è stato una figura di spicco della politica democratica, anche dopo l’esperienza da presidente, mandato durante il quale ha orientato la sua politica estera sui diritti umani e sostenuto l’ambientalismo in un periodo in cui non era ancora popolare. Inoltre, ha nominato un numero record di donne e persone di colore nella sua amministrazione.
JIMMY CARTER, MR PEANUTS CON LA FEDE DEMOCRATICA
Negli ultimi anni, Jimmy Carter aveva avuto diversi problemi di salute, come un melanoma, ma affrontava anche le conseguenze di diverse cadute. Viene ricordato come idealista e pacifista, ma anche sfortunato, per le crisi che ha dovuto affrontare durante il suo mandato. Non a caso è stato apprezzato più dopo aver lasciato la Casa Bianca. Affrontò la stagflazione, la crisi con l’Iran per i 52 diplomatici tenuti prigionieri, con il blitz militare fallito, l’incidente della centrale di Three Mile Island, la crisi energetica e pure la guerra civile nel Salvador.
Viene ricordato anche come Mr Peanuts, in quanto abbandonò la carriera in Marina, dopo la laurea in ingegneria, per prendere le redini dell’azienda di famiglia dopo la morte del padre. Ha sempre conservato la fede democratica, sostenendo i vari candidati, fino a Kamala Harris, che sperava di poter vedere vincente nella sfida contro Donald Trump. Un anno fa aveva perso la moglie Rosalynn Smith, da cui ha avuto quattro figli e al cui fianco è rimasto fino alla fine.