Jimmy Carter sta morendo: l’ex presidente degli Stati Uniti è in gravissime condizioni di salute, per le quali è sottoposto a cure palliative. Per questo motivo non è più nella struttura clinica dove era ospitato: ha deciso di spendere il tempo che gli resta con la sua famiglia. Quindi, verrà sottoposto a cure palliative nella sua casa in Georgia. L’ex presidente Usa, 98 anni, è malato da tempo. I sanitari dell’organizzazione benefica, che peraltro porta lo stesso nome di Jimmy Carter e che sta monitorando le sue condizioni di salute, hanno fatto sapere che sta ricevendo il pieno supporto da parte dei familiari e dello staff medico.



“Dopo una serie di brevi ricoveri in ospedale, l’ex presidente degli Stati Uniti ha deciso oggi di trascorrere il tempo rimanente a casa con la sua famiglia e ricevere cure palliative, piuttosto che ulteriori interventi medici“, il messaggio della sua fondazione. Il nipote Jason, ex senatore della Georgia, su Twitter ha fatto sapere di aver incontrato i suoi nonni: “Sono sereni. Come sempre la loro casa è piena di amore“. Poi ha ringraziato “tutti per le parole affettuose“.



JIMMY CARTER IN FIN DI VITA: LA SUA PRESIDENZA

Jimmy Carter ha ricoperto la carica di presidente degli Stati Uniti tra il 1977 e il 1981. È stato il 39esimo eletto della storia Usa, dopo aver sconfitto il candidato repubblicano Gerald Ford, poi a sua volta era stato battuto da Ronald Reagan quattro anni dopo. Il mandato presidenziale fu caratterizzato da luci e ombre. Dal punto di vista della politica interna, affrontò la crisi petrolifera, nata dai conflitti arabo-israeliani di quegli anni, dando impulso al risparmio energetico e alla ricerca di fonti alternative e rinnovabili. Infatti, fece installare anche pannelli solari sul tetto della Casa Bianca. Ma proprio la questione energetica rappresentò l’inizio di uno dei momenti più drammatici della sua presidenza: l’incidente alla centrale nucleare di Three Miles Island. Inoltre, fece i conti con un periodo di appannamento dell’economia. Per quanto riguarda la politica estera, Jimmy Carter fu promotore dell’incontro a Camp David tra il presidente egiziano Sadat e il premier israeliano Begin. Fu il primo tentativo di dialogo tra le due parti che erano in conflitto da decenni. Ma subì anche lo smacco della cattura degli ostaggi americani nell’ambasciata di Teheran durante la rivoluzione khomeinista, oltre che l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Urss.

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