JK Rowling, celebre scrittrice della serie di romanzi dedicata ad Harry Potter, dalla fine della stesura dei romanzi, e soprattutto negli ultimi anni, si è dedicata alla denuncia sociale di quelle che lei ritiene ingiustizie. Tra critiche alla deriva LGBT, Queer e politically correct dell’occidente, che le sono costate in diverse occasioni alcune partecipazioni pubbliche, oltre all’odio di parecchi fan delle sue opere e degli stessi attori che i suoi romanzi hanno contribuito a rendere celebri, però, JK Rowling ogni tanto muove anche delle critiche inopinabili, almeno dai più. In questo caso, infatti, si è scagliata contro il sempre più frequente odio nei confronti degli ebrei che si registra nel Regno Unito, quanto anche in altre paesi europei.
La denuncia di JK Rowling contro l’antisemitismo britannico
A far scattare l’ira della scrittrice JK Rowling, ancora una volta affidato alla piattaforma social Twitter (ora X), questa volta è stata una lettera pubblicata dal quotidiano britannico Times e scritta da una madre. Nella lettera, in particolare, la donna si lamenta del fatto che la figlia, su suggerimento della scuola che frequenta, si è dovuta presentare senza il tipico blazer ebraico, così come sostiene che ai ragazzi ebrei maschi è stato caldamente suggerito di non indossare la kippah, il tipico copricapo ebraico, o quanto meno di coprirlo con un più discreto cappellino da baseball.
Nella lettera riportata da JK Rowling si legge anche come siano sempre più frequenti i segni dell’antisemitismo nel Regno Unito, tra vetrine di negozi kosher distrutte e scritte di propaganda anti-Israele che, in generale, stanno creando alla donna e alla figlia uno stato ansioso e di preoccupazione soprattutto perché questi gesti non sono quasi mai oggetto di attenzione mediatica. “Avevamo detto ‘mai più’. Il Regno Unito era un rifugio sicuro. Ora, dopo il più grande massacro di ebrei dall’Olocausto”, scrive denunciando l’accaduto JK Rowling, “ai bambini ebrei britannici viene consigliato di nascondere la propria identità mentre vanno a scuola, per la propria sicurezza. Ci dovrebbe essere un’indignazione di massa per questo”.