Joana Sanz, l’attacco a Dani Alves: ‘”Le donne non vogliono un uomo da educare”
Joana Sanz continua a lanciare attacchi indiretti al marito Dani Alves, in attesa di processo per le accuse di stupro ai danni di una ragazza in una discoteca di Barcellona lo scorso dicembre. La donna, trasferitasi a Madrid, ha chiesto il divorzio dall’ex terzino brasiliano di Barcellona e Juventus e attraverso il proprio account Instagram ha voluto lanciargli una nuova frecciata. Nella sua ultima storia si può vedere infatti Marilyn Monroe accompagnata dalla frase: “Le donne vogliono un uomo da ammirare, non da educare”.
Nel corso di una recente intervista Joana Sanz aveva svelato come si svolgevano le sue visite all’ex calciatore in prigione. “Non sono ancora riuscita ad insultarlo. Lo vedo attraverso un vetro e parliamo attraverso un telefono. Non siamo soli. Ci sono dei separé trasparenti e ai lati hai più persone che, se parli un po’ forte, ti ascolteranno”, ha commentato la modella. Poi ha aggiunto: “Per questo lo trovo violento ed è per questo che non siamo ancora riusciti a parlare delle cose gravi che ci riguardano”.
Dani Alves: “Non mi permettono di tornare alla normalità”
Dani Alves resterà in carcere fino a fine processo. Il brasiliano, arrestato per violenza sessuale, non verrà rilasciato. Intorno al 10 giugno, il tribunale di Barcellona ha respinto anche l’ultimo ricorso sulla richiesta sulla commutazione della detenzione in arresti domiciliari. L’ex terzino dal carcere, ha rilasciato alcune dichiarazioni per interposta persona, utilizzando i media per spiegare la situazione, mostrando tutta la sua amarezza. Dani Alves ha dichiarato a “En Boca de todos”: “Ho sempre detto la verità, credo che tutti possano comprendere che ho solo cercato di salvare il mio matrimonio ed è per questo motivo che all’inizio ho detto ciò che ho detto. È stata l’unica e principale ragione, per il resto non ho alcunché da nascondere perché sto dicendo la verità”.
Dani Alves ha proseguito: “Io non ho nulla da nascondere, ci sono tante speculazioni: si parla di mie infinite versioni e alla fine invece, io ho testimoniato solo due volte davanti al giudice. Intanto, però, hanno già deciso che sono colpevole, sono in carcere dal 20 gennaio e non sono ancora stato processato. Non mi permettono di tornare alla normalità. Sono andato alla polizia di mia spontanea volontà dal Messico e mi sono rifiutato di andare in Brasile, un paese che non avrebbe collaborato con la Spagna”.