Claudio Cecchetto è il papà di Jody Cecchetto, ma soprattutto un talent scout e produttore discografico che ha lanciato talenti come Max Pezzali e Jovanotti. Una carriera di grande successo quella di Cecchetto: produttore discografico, disc jockey, conduttore radiofonico e televisivo che ha presentato il Festival di Sanremo e pure il Festivalbar, due delle manifestazioni musicali che hanno fatto la storia della canzone italiana (e non solo). Parlando di Sanremo, Cecchetto intervistato da Domanipress.it ha parlato anche di Amadeus e Fiorello, suoi grandi amici, che quest’anno sono tornati per la seconda volta sul palcoscenico di Sanremo: “sono molto fiero, di aver creduto in loro, assistere al loro percorso artistico ed umano dagli esordi fino ad oggi mi rende orgoglioso”. Come talent scout Cecchetto ha scoperto diversi talenti come Max Pezzali, Jovanotti, Gerry Scotti e gli stessi Fiorello e Amadeus. “Mi ritengo fortunato di aver collaborato con tutti loro” – ha precisato il disc jokey e produttore – “ognuno a loro modo ha avuto modo di dimostrarmi affetto e stima professionale ma nessuno si dovrebbe mai sentire in dovere di manifestare gratitudine. Con qualcuno di loro è capitato qualche volta di perdersi anche per molti anni ma quando ci si incontra è sempre una festa e si ritrova subito lo spirito di amicizia, quello vero, che non subisce lo scorrere del tempo…proprio come accade in una grande famiglia”.



Claudio Cecchetto: la radio e il fenomeno del web

Claudio Cecchetto è stato il pioniere anche delle radio. In molti non sanno che dietro il successo di Radio Deejay e Radio Capital c’è il suo zampino. Oggi le cose sono molto cambiate rispetto agli anni ’80, anche se Cecchetto ha precisato: “negli anni passati la radio non ha avuto una concorrente diretta, oltre la televisione, per questo non ha sperimentato ed oggi ne paga le conseguenze. Non è più il tempo delle reti libere, i network radiofonici sono molto costosi da mantenere quindi devono necessariamente ragionare come un’industria e questo è limitante perché il bilancio ha la priorità sul progetto artistico. Sul web è più semplice ritrovare dei progetti nuovi, culturalmente più ambiziosi e liberi che non sottendono alle mere logiche commerciali. La fortuna è che oggi il pubblico riesce a scegliere con autonomia cosa seguire e chi premiare”

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