I poteri del presidente Usa Joe Biden trasferiti temporaneamente alla vicepresidente Kamala Harris. Lo ha annunciato la Casa Bianca spiegando che la decisione è stata presa in quanto il presidente statunitense deve sottoporsi ad una colonscopia di routine presso il Walter Reed National Military Medical Center. La portavoce Jen Psaki ha spiegato che Biden sarà sotto anestesia durante l’esame. Non si tratta di una novità, anzi c’è un precedente e lo ha ricordato la stessa Psaki. «Come è avvenuto per il presidente George W. Bush che ha seguito la stessa procedura nel 2002 e nel 2007, e seguendo il procedimento stabilito nella Costituzione, il presidente Biden trasferirà i poteri alla vicepresidente per il breve periodo di tempo in cui sarà sotto anestesia».



In quel lasso di tempo la vicepresidente Kamala Harris lavorerà dal suo ufficio nell’ala ovest della Casa Bianca. Questo momentaneo passaggio di consegne rende la Harris la prima donna con i poteri presidenziali. Un altro record, considerando che è la prima donna della nazione, il primo nero e il primo vicepresidente con origini asiatiche.



HARRIS SMENTISCE DISSIDI CON BIDEN “SIAMO UNITI”

Proprio nelle ultime ore erano circolate diverse voci riguardo il fatto che Kamala Harris potesse sentirsi “sottoutilizzata” nel suo ruolo. Rumors che ha smentito proprio la vicepresidente, chiarendo di non essere affatto frustrata nel suo ruolo. Infatti, ha precisato che con Joe Biden «stiamo facendo molte cose, e le stiamo facendo insieme», smentendo così anche le voci riguardanti rapporti non facili alla Casa Bianca. Inoltre, a chi le ha chiesto delle presidenziali del 2024 e se avesse iniziato a discuterne con il presidente americano, Harris ha risposto con un secco «assolutamente no».



Kamala Harris, oltre a evidenziare il fatto che in questo momento la priorità sia «far scendere i prezzi», ha spiegato che il dossier sull’immigrazione che le è stato consegnato dal presidente «non si risolve in una notte». Nell’intervista rilasciata a Good Morning America ha chiarito: «Abbiamo ereditato un sistema in crisi e quello che stiamo facendo è cercare di aprire la strada a un processo giusto» per gli immigrati, che sia «efficace ed efficiente».