Il petrolio russo non sarà più accettato. Questo significa che il popolo americano darà un altro potente colpo a questa macchina da guerra“. Così Joe Biden ha confermato in conferenza stampa la notizia dell’ulteriore stretta degli Stati Uniti alla Russia che era circolata nel pomeriggio con l’indiscrezione raccolta dall’agenzia Bloomberg. La decisione, definita “il pacchetto di sanzioni più duro della storia“, presa è stata condivisa con gli alleati, ma non tutti si muoveranno allo stesso modo. “Possiamo fare questo passo quando altri non possono, ma stiamo lavorando a stretto contatto con l’Europa e i nostri partner per sviluppare una strategia a lungo termine per ridurre anche la loro dipendenza dall’energia russa“. Questo non è il caso della Gran Bretagna, che pochi minuti prima di Biden ha annunciato lo stop all’import di gas e petrolio russo da fine anno. Boris Johnson ha spiegato che il Regno Unito si impegna a ridurre a zero le sue forniture energetiche di gas e petrolio dalla Russia già entro la fine del 2022. Ma a differenza di diversi Paesi dell’Europa contingentale, importa da Mosca un quantitativo residuale di queste materie prime.



L’obiettivo, ha quindi spiegato Joe Biden, è raggiungere “in futuro l’indipendenza energetica insieme agli amici europei“. Inoltre, ha riconosciuto che il divieto sulle importazioni di petrolio russo ha avuto un sostegno bipartisan nel Congresso, così come un ampio sostegno a livello nazionale, nonostante i prezzi del gas alle stelle. “Questo è un passo che stiamo facendo per infliggere ulteriore dolore a Putin, ma ci saranno ulteriori costi anche qui negli Stati Uniti. Ho detto che sarei stato onesto con il popolo americano fin dall’inizio. Quando ne ho parlato all’inizio, ho detto che difendere la libertà costerà anche a noi negli Stati Uniti. I repubblicani e i democratici lo capiscono. Sia i repubblicani che i democratici sono stati chiari sul fatto che dobbiamo farlo“. In merito invece alla guerra in Ucraina, il presidente americano ha spiegato: “L’Ucraina non sarà mai una vittoria per Putin, non riuscirà a conquistare il Paese. La storia di questa guerra è scritta: lascerà la Russia più debole e il resto del mondo più forte“. (agg. di Silvana Palazzo)



BIDEN ANNUNCIA L’EMBARGO AL PETROLIO USA?

Alle ore 16.45 (in Italia) il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden terrà una conferenza stampa per annunciare «nuove azioni per continuare a mantenere responsabile la Russia per la sua guerra non provocata e non giustificata in Ucraina»: secondo fonti di agenzia, in particolare Bloomberg, l’occasione del discorso alla nazione di questo pomeriggio vedrà l’annuncio dell’embargo Usa al petrolio russo.

In diretta video streaming dalla Casa Bianca, il leader Dem – dopo aver coordinato gli ultimi dettagli con il principale alleato nella Nato, il Regno Unito – sarebbe pronto ad annunciare lo stop alla “dipendenza energetica” da Mosca per lanciare un’altra dura sanzione contro il Cremlino, impegnato in guerra contro l’Ucraina. Ad anticipare il contenuto della conferenza stampa è stato in qualche modo lo stesso Segretario di Stato Usa inviato oggi in Estonia: Blinken ha detto infatti, «in questo momento c’è un’opportunità, non solo significativa ma imperativa, per molti Paesi in Europa, di liberarsi dalla dipendenza dall’energia russa».



DIRETTA VIDEO CONFERENZA STAMPA BIDEN SU SANZIONI RUSSA

Secondo l’agenzia Bloomberg, Biden si appresta sì a promuovere l’embargo del petrolio russo, anche se dall’Europa emergono notevoli resistenze in merito: «si appresta a vietare le importazioni di petrolio russo senza la partecipazione degli alleati europei già oggi. Il divieto include anche il gas naturale liquefatto e il carbone». Gli Stati Uniti, rilevano fonti di Governo americano presso la CNN, si apprestano a prendere questa mossa unilaterale senza gli alleati europei, proprio a causa del forte disaccordo tra i 27 sull’interrompere o no le forniture energetiche dalla Russia. Del resto, la minaccia di forti ritorsioni da Mosca davanti all’eventualità dell’embargo energetico è stata netta dalle parole del vicepremier russo Aleksandr Novak: «Abbiamo tutto il diritto di prendere una decisione e imporre un embargo sul pompaggio di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1». Non solo, il divieto occidentale delle importazioni di petrolio russo potrebbero comportare, fanno sapere dal Cremlino, «un raddoppio dei prezzi del petrolio a circa $ 300 al barile e portare alla chiusura del principale gasdotto dalla Russia alla Germania». Il Premier inglese Johnson, che pure sembra intenzionato a prendere in considerazione la sanzione, ha già fatto sapere «Non si può semplicemente chiudere l’uso di petrolio e gas da un giorno all’altro, anche dalla Russia. Ovviamente non è qualcosa che ogni paese del mondo può fare». Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha respinto finora la richiesta americana (e ucraina) di imporre l’embargo del petrolio su Mosca: «a rischio la sicurezza energetica dell’Europa». Sulla stessa linea l’Italia con Draghi, più “guardingo” per ora Macron con la Francia (che punta su risorse alternative per il momento). È atteso a questo punto il “passo” di Biden dalla conferenza stampa negli Usa: a quel punto occorrerà capire come e se gli alleati europei decideranno di rispondere alla “proposta” unilaterale.