Alcuni esponenti del partito repubblicano stanno invocando il 25esimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti per chiedere la rimozione di Joe Biden dalla carica di presidente. Lo si legge sul sito di RaiNews che specifica come tale richiesta faccia riferimento esplicito a quanto avvenuto di recente, l’indagine nei confronti dello stesso commander in chief per la diffusione di carte top secret, che ha portato il procuratore a non condannarlo per “vuoti di memoria”. Joe Biden è apparso visibilmente arrabbiato ed ha convocato una conferenza stampa per rispondere di persona, ma intanto è scoppiato il caso e alcuni senatori repubblicani, attraverso la piattaforma X, hanno appunto invocato il 25esimo emendamento, quello che è stato introdotto dopo l’assassinio di John F. Kennedy, e che permette di sostituire il presidente in caso di morte, dimissioni, destituzione o incapacità.



Claudia Tenney ha scritto invece una lettera al ministro della giustizia criticando la decisione di non condannare Biden per i documenti desecretati: “Biden deve essere incriminato, oppure deve essere rimosso. Non c’è via di mezzo”. A chiedere il 25esimo emendamento anche altre figure di spicco della destra americana, come il fondatore di turning point Usa Charlie Kirk, il conduttore di un programma radiofonico Mark Levin e l’ex governatore del Wisconsin Scott Walker.



“JOE BIDEN HA VUOTI DI MEMORIA”, INVOCATO IL 25ESIMO EMENDAMENTO: GIÀ USATO NEL 1974

Lo Speaker della Camera, Mike Johnson, ha invece definito Biden “inadatto allo Studio Ovale” e tale situazione ovviamente non sta affatto giovando al presidente americano in carica, più volte attaccato da Trump per la sua età, definito Sleepy Joe (il Joe che dorme), senza dimenticarsi dei numerosi inciampi sulla scaletta che porta all’aereo presidenziale.

Il 25esimo emendamento consente la rimozione di un presidente senza che sia necessario sollevare delle accuse precise, ma basta che il vice presidente e la maggioranza del governo trasmettano una lettera al Congresso, sostenendo appunto che il “comandante” non è in grado di esercitare i propri poteri e doveri. A quel punto subentra il vice-presidente e se il presidente dovesse opporsi deciderà la Camera con una maggioranza pari a due terzi dei voti. Il 25esimo emendamento è stato utilizzato nel 1974 quando Gerald Ford prese il posto di Nixon, dopo lo scandalo Watergate.