Nella giornata di oggi Joe Biden incontrerà la famiglia di George Floyd. L’ex vice presidente di Obama, oggi lo sfidante Democratico di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca in vista del prossimo autunno, si recherà nelle prossime ore in quel di Houston, in Texas, per parlare con i famigliari del 46enne afroamericano ucciso una decina di giorni fa dall’agente di polizia Derek Chauvin, dopo un arresto violento, in quel di Minneapolis. A confermare la notizia è stato l’entourage dello stesso ex vice-presidente degli Stati Uniti. Joe Biden registrerà anche un videomessaggio che verrà trasmesso oggi in occasione della cerimonia funebre che si terrà nella città d’origine del povero Floyd, a cui però il candidato Dem non presenzierà. I due grandi sfidanti per le presidenziali del prossimo mese di novembre stanno affrontando la vicenda Floyd in maniera totalmente differente, con Trump che ha contattato la famiglia del 46enne ucciso telefonicamente, ma pare in maniera un po’ sbrigativa.



JOE BIDEN E DONALD TRUMP: LUNGA QUERELLE A DISTANZA

Inoltre, lo stesso tycoon ha dato vita ad una serie di esternazioni, alcune decisamente bizzarre, come quando ha commentato i nuovi dati sull’occupazione americana con le parole: “Una grande giornata per George Floyd, George ci sta guardando dal Paradiso e sta lodando l’economia americana“. Affermazioni che erano state ritenute “spregevoli” da parte di Biden. Altro botta e risposta fra i due in occasione della reazione di Trump alle violenti proteste scoppiate oltre oceano, con il commander in chief che aveva annunciato l’intervento dell’esercito per calmare gli animi: “Attiverò tutte le risorse federali e locali, civili e militari, per proteggere i cittadini rispettosi della legge, se una città si rifiuterà di agire come è necessario per difendere i cittadini e le proprietà dei suoi residenti, dispiegherò l’esercito degli Stati Uniti e risolverò velocemente il problema per loro”. Anche in quel caso aveva replicato stizzito l’ex vicepresidente Dem, dicendo: “Le sue parole ‘quando cominciano i saccheggi cominciano gli spari’ non sono da un presidente ma da un capo di polizia razzista nella Miami degli anni Sessanta”. La sensazione è che tale querelle a distanza proseguirà nei prossimi mesi, probabilmente inasprendosi.

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