Monsignor Charles Chaput, arcivescovo emerito di Filadelfia, ha dichiarato sabato che Joe Biden “non è in comunione con la fede cattolica” e che “qualsiasi sacerdote che dia la comunione al presidente partecipa alla sua ipocrisia”. L’ha fatto in occasione di un simposio eucaristico tenutosi presso la diocesi di Arlington, accusando anche il secondo presidente cattolico nella storia degli Stati Uniti d’America di “apostasia sulla questione dell’aborto, che è solo l’esempio più ripugnante, non certo l’unico. Ma, in un mondo sano di mente, la sua straordinaria leadership pubblica avrebbe – o dovrebbe – rendere inevitabili le conseguenze pubbliche”.



Le parole dell’arcivescovo sono state riprese da “InfoCatólica”. “Quando si rompe liberamente la comunione con la Chiesa di Gesù Cristo e i suoi insegnamenti, non si può affermare di essere in comunione quando fa comodo – ha proseguito –. È una forma di menzogna. Joe Biden non è in comunione con la fede cattolica e ogni sacerdote che attualmente dà la comunione al presidente partecipa alla sua ipocrisia”.



“JOE BIDEN ESEMPIO DI APOSTASIA”: ARCIVESCOVO EMERITO DI FILADELFIA ATTACCA IL PRESIDENTE USA

Giova ricordare che il presidente USA Joe Biden sostiene l’aborto, nonostante la sua fede cattolica. Il punto è proprio questo: la Chiesa cattolica insegna che l’aborto è un grave male e che la vita umana è sacra sin dal momento del suo concepimento. “Abbiamo dimenticato chi siamo come popolo credente – ha affermato l’arcivescovo –. Questo è sia una causa che un sintomo dell’attuale tiepidezza dello spirito cattolico, nella cultura della nostra nazione e all’interno della Chiesa stessa. Tuttavia, questo può cambiare e deve cambiare, a partire da ognuno di noi”.



Il tutto mentre la scorsa settimana Joe Biden ha promesso nuovamente di codificare la Roe v. Wade nella legge qualora i democratici dovessero vincere le elezioni di midterm a novembre, chiarendo che avrebbe firmato il Women’s Health Protection Act (WHPA), un’ampia legislazione sull’aborto che vieterebbe qualsiasi restrizione all’interruzione di gravidanza prima e dopo la vitalità del feto.