Dopo le dichiarazioni di ieri del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha definito senza troppi giri di parole Vladimir Putin “un assassino”, è salita altissima la tensione fra le due superpotenze, storiche protagoniste della Guerra Fredda durata all’incirca 50 anni. Mosca ha richiamato l’ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov, per delle “consultazioni”, e oggi, attraverso un post su Facebook, il vice presidente del consiglio della federazione russa, la camera alta del Parlamento, Konstantin Kosachev, ha scritto che “non finirà qui se gli Usa non daranno spiegazioni e non si scuseranno”. E ancora: “Simili dichiarazioni – si legge sull’agenzia Tass – non possono essere tollerate in nessuna circostanza e porteranno inevitabilmente a un aumento delle tensioni tra i nostri Paesi. Il richiamo dell’ambasciatore negli Usa per consultazioni è una risposta immediata, adeguata e l’unica ragionevole in una situazione del genere”.



Antonov partirà immediatamente per Mosca, e “avrà incontri al ministero degli Esteri e con altre agenzie governative – si legge su Facebook – per discutere delle modalità per correggere i rapporti Usa-Russia, ora in crisi”. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli esteri di Mosca, ha aggiunto: “Quanto dureranno le consultazioni? Esattamente il tempo necessario per le consultazioni stesse. Le consultazioninon si terranno solo al ministero degli Esteri, ma anche in varie agenzie governative”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



JOE BIDEN: “PUTIN È UN KILLER”. LA ‘GUERRA FREDDA’ CON MOSCA SULLA ELEZIONI USA

Una frase del genere probabilmente non si era sentita neanche ai tempi della Guerra fredda, quando Stati Uniti e Unione sovietica per decenni sono stati sull’orlo di una guerra nucleare. Joe Biden, rispondendo alla domanda di un giornalista durante una intervista sul canale televisivo americano Abc, “Pensa che Vladimir Putin sia un killer?”, ha risposto “Lo penso”. Dare dell’assassino da parte di un capo di stato a un altro capo di stato è l’accusa più forte che si possa fare, ma se lo fa il leader del paese più potente del mondo nei confronti di uno che lo è quasi altrettanto, è un attacco che può far scattare conseguenze pericolosissime.



Al momento non si sa il motivo di quella domanda, se il giornalista e Biden stessero parlando dei vari casi di oppositori a Putin morti misteriosamente. Biden ha preso spunto per attaccare ancora il Cremlino per aver cercato di influenzare le elezioni del 2020, all’indomani di un rapporto dell’intelligence che sostiene che Putin abbia dato il via libero a operazioni per sfiduciare Biden davanti all’opinione pubblica e aiutare invece Trump.

RITORNO ALLA GUERRA FREDDA?

Le stesse accuse portate avanti contro “The Donald” all’indomani del suo insediamento alla Casa Bianca, che cioè i russi avessero agito sui social per influenzare il risultato elettorale. “Pagherà un prezzo per questo” ha detto Biden, senza rivelare a cosa si riferisse. Il presidente americano è andato a fondo nel suo attacco, rivelando di aver detto personalmente a Putin, durante un incontro, di non avere un’anima: “Abbiamo avuto una lunga conversazione, lui ed io. Lo conosco relativamente bene”, ha raccontato. “Io conosco te e tu conosci me. Se stabilisco che è successo, sii preparato” riferendosi alle elezioni del 2020. La risposta russa non si è fatta attendere. Il presidente della Duma, la camera bassa del parlamento russo, ha scritto su Telegram che le parole di Biden “sono un attacco a tutti i russi, una reazione isterica dovuta all’impotenza americana. Putin è il nostro presidente, gli attacchi contro di lui sono attacchi alla Russia”. Non si sa che livello di crisi tra i due paesi possa aprire questo episodio, in un momento storico in cui sia Stati Uniti e Russia sono piuttosto alle prese con l’espansionismo commerciale e politico della Cina, la vera super potenza pericolosa che sta sfidando il mondo intero.