John Dewey, scelto per la seconda prova della Maturità al liceo delle scienze umane, è una delle figure chiavi dei cambiamenti avvenuti negli Stati Uniti nel XX secolo, la cui influenza non è stata solo pedagogica e sociale, ma anche culturale e politica; non a caso, anche attualmente il suo pensiero è tema di discussione e dibattito in Usa. Con il suo saggio “Democrazie e educazione” attaccò pedagogia e scuola tradizionale, influenzando il dibattito politico-pedagogico in tutto il mondo occidentale e per tutto il ventesimo secolo.



Per John Dewey la democrazia non può definirsi tale se non ha un sistema educativo che cresce persone libere e critiche, in grado di confrontarsi e migliorare le regole, perché la comunità è uno spaccato della società in cui gli adulti devono inserirsi, ma questo pensiero si è scontrato con i regimi totalitari e nazionalisti che si stavano sviluppando all’epoca, nello specifico in Usa dove prevaleva una visione conservatrice della scuola. Ma il tema è attuale, perché se ne continua a parlare tuttora, visto che ci si interroga sulla possibilità che prevalgano approcci rivoluzionari per valorizzare le potenzialità del singolo e contribuire alla creazione di una società che sappia risaltarlo.



GLI STUDI DI JOHN DEWEY E LA SCUOLA DI CHICAGO

Dopo gli studi di filosofia e una formazione influenzata da studiosi che hanno inciso anche nel suo pensiero e sulle sue opere, come nel caso del neoeghelismo di Morris e del pragmatismo di Pierce, John Dewey divenne insegnante e iniziò ad avvicinarsi alle questione educative; infatti, a Chicago fu sperimentata la scuola-laboratorio, un modello di scuola attiva, e sviluppò i principi dello strumentassimo, una concezione logico-filosofica nota come la “scuola di Chicago“.

John Dewey viaggiò molto, conoscendo realtà politiche e culturali diverse da cui maturò la convinzione della necessità di cambiare la democrazia americana a livello politico e sociale. Si ritirò dall’insegnamento all’età di 70 anni, ma rimase attivò in ambito politico e sociale, infatti fu nominato presidente della commissione d’inchiesta sulle accuse contro Trotsky a Mosca, dichiarandolo innocente, ma scrisse anche articoli e libri, denunciò le purghe di Stalin e si schierò tra gli interventisti nella Seconda guerra mondiale.



LA SCUOLA-LABORATORIO: LA RIVOLUZIONE PEDAGOGICA DI JOHN DEWEY

La scuola-laboratorio di John Dewey fu una vera e propria rivoluzione pedagogica basta sull’esigenza di aiutare gli studenti a costruire la loro personalità tramite l’occupazione in lavori manuali, con l’aiuto dell’insegnate e attraverso l’interazione con i compagni. L’allievo, secondo questo metodo educativo, deve essere guidato ad essere educatore di se stesso e si ritiene che l’insegnamento non sia una prerogativa esclusiva dell’insegnante, ma soprattutto non solo nozionistica; l’insegnamento va costruito in base alle necessità dell’alunno. John Dewey introdusse il lavoro manuale nella convinzione che stimolasse la conoscenza del bambino, gli consentisse di sviluppare doti per adattarsi ai cambiamenti della società industriale.